Il nuovo comandante della Capitaneria: «Trieste la mia meta ideale, l’incarico mi entusiasma»

Insediata la nuova guida della Guardia, Vitale. Esordio su un doppio binario: il via all’operazione “Mare sicuro” e l’incontro con gli ispettori sloveni per la pesca

TRIESTE Pronipote di un armatore, il neodirettore marittimo del Fvg e nuovo comandante della Capitaneria di Porto, il capitano di vascello Vincenzo Vitale, prossimo ai gradi di ammiraglio, ha visto esaudire il suo desiderio: venire a Trieste.

Forte di esperienze internazionali che costellano il suo curriculum – è stato tra le altre cose anche consulente dell’ambasciatore italiano e della Guardia costiera nello Yemen – Vitale crede nelle operazioni congiunte in mare con i Paesi confinanti.

Classe ’61, originario di Milazzo, prima di arrivare nel capoluogo giuliano è stato assistente del vicecomandante generale del Corpo delle capitanerie di porto, l’ammiraglio ispettore Antonio Basile.

Qual è stata la sua prima impressione di Trieste?

Ottima, sono veramente entusiasta di questa esperienza. È un incarico di grande responsabilità. Il litorale inoltre è molto bello, l’ho visto già diverse volte salendo a Opicina. In ogni caso qui vengo sporadicamente per lavoro già dal 2001.

Come imposterà il suo comando?

È importante proseguire nel solco della continuità. Il treno cammina, non si deve fermare. Qui ho trovato peraltro una situazione d’idillio e colleghi di alta professionalità.

Come vi siete organizzati per quest’estate?

L’operazione “Mare sicuro” è partita con un approccio, nei confronti delle persone, molto improntato alla prevenzione e all’educazione del mare.

Vista l’emergenza, avete potenziato i controlli?

No, perché non abbiamo una competenza specifica in questo senso, poiché non siamo un’autorità di pubblica sicurezza né siamo stati inseriti da Prefettura e Questura nel dispositivo di pubblica sicurezza, che solitamente avviene solo in condizioni eccezionali. Qui, in regione, ciò è avvenuto infatti solo a Lignano Sabbiadoro, perché c’è un afflusso di persone molto forte in questa stagione. A Trieste c’è uno scenario diverso.

Trieste, zona di confine: proseguiranno le operazioni congiunte in mare?

Sì, tanto che ho già in calendario un incontro con gli ispettori pesca sloveni. Nei punti in cui più paesi si incontrano, è necessaria la collaborazione. A causa del Covid i controlli degli ispettori pesca giuliani si sono in parte allentati. Quando torneranno a regime?

La regola prevede che man mano che le attività produttive riprenderanno, torneranno a pieno regime, sicuramente a breve, anche i controlli.

Quanti anni potrebbe rimanere a Trieste?

In media un comando dura almeno un biennio. A me mancano quattro anni alla pensione.

Era un suo desiderio venire qui?

Nel nostro ambito c’è la possibilità di esprimere una o più preferenze sulla meta e io avevo indicato più volte Trieste.

Come mai ha intrapreso questa carriera?

C’è stata una serie di fattori. Il mio bisnonno, da parte di madre, un secolo fa andò a Trinidad e Tobago (America centrale caraibica, ndr), dove portò con sé alcuni marinai del suo paese. Comprò dei pescherecci e fece l’armatore. Avevo inoltre dei cugini marittimi. Poi mio padre ha fatto il militare in Marina, anche se in seguito non è stato un marittimo. E poi vengo da una città di mare.–


 

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