Il Nordest sostiene gli utili di Hera

Dividendo a 9 cent. Sale il margine operativo (+7,1%), calano i ricavi (-6%). Sfuma l’operazione E.On: i tedeschi trattano con Italtrading
Di Massimo Greco

TRIESTE. Alla fine operatività multisettoriale, allargamento dei mercati, sinergie nordorientali battono crisi economica e mitezza invernale. Hera, seconda utility nazionale e prima del Nordest, controllante di AcegasApsAmga, archivia con buoni risultati gestionali l’annata 2014, resa insidiosa, oltre che dalla prolungata congiuntura negativa, da un inverno eccezionalmente caldo. Quindi, calo delle vendite di energia elettrica e di gas, con una evidente ricaduta sui ricavi, scesi del 6% a circa 4,2 miliardi.

La nota aziendale, diffusa dopo il consiglio d’amministrazione riunitosi ieri mattina a Bologna, ha sottolineato la positiva incidenza esercitata sui conti dall’integrazione di Est Reti Elettriche, Isontina Reti Gas, Amga Udine. Più problematico l’andamento di EstEnergy, dove Hera con AcegasApsAmga detiene una quota del 51% e la trevigiana AscoPiave del 49%: la controllata triestina, secondo dati forniti dal partner veneto, ha dimezzato il margine operativo da 22 a 11 milioni, “vittima” dell’insolita calura tra gennaio e marzo di un anno fa.

La favorevole combinazione tra il modello multibusiness e il consolidamento delle sinergie friulo-giuliane viene evidenziata dal presidente Tomaso Tommasi di Vignano, il quale ricorda come il margine operativo lordo per addetto abbia superato i 100 mila euro. All’amministratore delegato Stefano Venier il compito di rimarcare come la ricchezza distribuita al territorio da Hera abbia sfiorato gli 1,6 miliardi.

L’esito dell’esercizio riflette, pur con qualche limatura “in basso”, quanto già era emerso nello scorso novembre sui 9 mesi. Confrontato con il 2013, il margine operativo lordo cresce del 7,1% a 867,8 milioni; il risultato operativo migliora del 10,4% a 441,2 milioni; l’utile netto “adjusted” sale del 24,7% a 181,2 milioni; l’utile netto viene di poco ritoccato dello 0,4% a 182,4 milioni. Il bilancio 2014 s’avvale di favorevoli fattori come il minor costo del debito e i proventi da partecipazioni finanziarie. Si riassesta lievemente la posizione finanziaria netta da 2700 a 2640 milioni, consentendo - chiarisce il comunicato - un rapporto con il margine operativo lordo di 3,04 volte, a confermare «la solidità finanziaria del gruppo».

Contesto complessivamente positivo che permette di erogare un dividendo di 9 centesimi, in linea con quanto deliberato per il 2013. Moderatamente soddisfatta Piazza Affari dove il titolo chiudeva a 2,25 euro (+0,72%).

Per quanto riguarda il margine delle singole aree di attività, migliorano significativamente l’energia elettrica (+27,6% a 111,4 milioni) e il ciclo idrico (+12,2% a 217,1 milioni); cresce di poco il gas (+3,9% a 276 milioni); stazionario l’ambiente a 241,8 milioni.

I risultati 2014, in attesa di sapere il prossimo 13 maggio come è iniziato il 2015, consolano parzialmente il vertice Hera dal venir meno dell’opportunità E.On: infatti il gruppo tedesco, che sta dimettendo gli asset in Italia, ha deciso alcuni giorni fa di negoziare in esclusiva con Italtrading la cessione della rete gas-elettricità, con un portafoglio clienti da 840 mila unità. La famiglia Fabiani ha messo sul tavolo - secondo fonti di stampa - 300 milioni, superando la concorrenza di gruppi come A2a e la stessa Hera.

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