Il no a Forza Italia tenta l’ex aennino Ciriani
TRIESTE. Dopo che Riccardo Riccardi si è candidato a un ruolo nel nuovo corso di Forza Italia, Luca Ciriani è l’ultimo baluardo della destra in Consiglio regionale. Uno dei primi, dopo la batosta elettorale, a sollecitare un cambio di passo dal Pdl verso qualcosa di nuovo. «Bisogna modificare tutto, dai metodi all’organizzazione», diceva Ciriani a inizio estate. E adesso che, almeno in questa fase, è cambiato solo il nome, per quanto la “nuova” Forza Italia sia stata ribattezzata “2.0”, il consigliere regionale di Pordenone è assai perplesso: «Voglio capire di che si tratta». Oggi, il giorno della riunione del gruppo pidiellino al tramonto, Alessandro Colautti informerà i diretti interessati della trasformazione dell’insegna: da Pdl a Fi. Ci saranno anche Renzo Tondo e i “primogeniti” Bruno Marini e Elio De Anna, che al ritorno della creatura berlusconiani hanno creduto sin da metà estate. Ciriani, ex An della truppa di centrodestra in piazza Oberdan, si limiterà ad ascoltare.
C’è Forza Italia. Quello che chiedeva lei quanto parlava di «cambiare tutto»?
Sarebbe fondamentale sapere che cos’è questa Forza Italia numero 2. La chiamano 2.0. Non ho capito in che cosa si distingue dal numero 1 o dal Pdl. Ci sono infiniti interrogativi aperti.
Quali?
Non si comprende se si tratta solo di un’operazione di marketing o se invece si punta alla trasformazione del partito, e in quale direzione: ancora più leggero di prima o più strutturato? E poi, politicamente, che ne sarà degli esponenti che provengono dall’esperienza di An?
Secondo lei che ne sarà?
Chissà. Si tratta anche in questo caso di capire se saremo ospiti graditi oppure no, di serie A o di serie B. Il ruolo della destra, in questo contesto, è al momento non prevedibile.
La conseguenza è che non sapete nemmeno voi come vi comporterete?
Sono convinto da tempo che il centrodestra si deve dare un’organizzazione e una prospettiva ulteriori rispetto a Berlusconi. Il Cavaliere è stato un grandissimo leader, ma la Fi che ricompare sembra qualcosa di legato esclusivamente al suo destino politico. Importante finché si vuole, ma che non vede al di là di questo.
Sul territorio che cosa potrà accadere?
Stiamo sottovalutando in maniera pericolosissima proprio questo aspetto. Partecipazione, congressi, primarie: non ne parla nessuno. Non può stupire che abbiamo perso tutte le ultime amministrative e non governiamo neanche una grande città italiana. Se il modello a cui si guarda sarà quello di un partito ancora più mediatico-televisivo e non territoriale, andiamo nella direzione sbagliata. Senza trascurare i guai prodotti da una selezione fatta all’interno del cerchio ristretto di Berlusconi.
Oggi si riunisce il gruppo in regione. Ci andrà?
Colautti mi ha correttamente convocato. Attendo spiegazioni, se qualcuno vorrà darcele. Dopo di che dovrò confrontarmi con i tanti elettori che mi hanno votato e con gli amministratori locali che si fanno le stesse mie domande.
È più probabile che lei si iscriva al gruppo Misto piuttosto che a quello azzurro?
Premesso che ci saranno tempi tecnici da rispettare, vedremo se è solo cambiato il nome sul campanello o ci sono obiettivi più ambiziosi. Spero di poter fare questi ragionamenti senza che vengano intesi come lesa maestà.
Renzo Tondo leader di un “gruppone” in aula?
Mi pare preferisca strade diverse. E mi sembrerebbe contraddittorio che la sua civica entrasse in Fi. Certo non sono questi i problemi chiave.
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