Il niet del sindaco spacca il web «Omofobo». «No, è un grande»

Il Gay Pride che si appresta a sbarcare a Trieste all’inizio dell’estate già scatena moltissime reazioni tra i triestini, soprattutto sui social. A far discutere è soprattutto la presa di posizione del sindaco Dipiazza che ieri annunciava che non avrebbe dato, nel caso gli venisse chiesto dagli organizzatori, il patrocinio del Comune alla manifestazione arcobaleno.

«La cosa divertente è che la manifestazione non ha bisogno del patrocinio di una amministrazione comunale come quella di Trieste e si farà nonostante tutti i vostri commenti omofobi», commenta sulla pagina Facebook del Piccolo Marco Visintin rispondendo a quanti si sono lasciati andare a frasi non propriamente politically correct. «Non ne ha bisogno ma la civiltà vorrebbe che il patrocinio ci sia. Spero che questa giunta miope e provinciale cambi idea e per una volta apra gli occhi sul futuro», si pone sulla stessa linea Paolo Delben. «Io sinceramente non vedo che problema ci sia. Questa parata, nata in memoria dei moti di Stonewall, è una manifestazione di fierezza, di poter essere ciò che si è, liberamente, senza pregiudizi e vergogna, come purtroppo in passato (e tutt’ora) alcuni sono costretti. Chi si indigna per una sfilata, a volte solo un po’ eccentrica, farebbe meglio ad indignarsi per ciò che conta veramente», è la riflessione di Carla Valentini. «E si farà senza patrocinio, dimostrando ancora una volta che questa giunta vive nel Medioevo», commenta Luca Marcato.

C’è chi, però, non la pensa così. «Visto il Gay Pride di Udine, ritengo sia una invereconda carnevalata che riduce gli stessi gay alla stregua di pagliacci tristi che recitano un copione disgustoso», scrive Paolo Degrassi. Qualcun altro chiama in causa direttamente il primo cittadino, elogiando la sua mossa: «Grande sindaco», scrive Raffaele Scarpa. «Bravo Dipi», esclama Graziano Stefani. –

G.Mod.

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