Il nido prende il largo, salvate 4 uova di cigno a Monfalcone FOTO

Costruito tra due barche ormeggiate alla Lega navale è stato spinto dal vento. Un socio ha recuperato i nascituri messi in incubatrice al Centro di Terranova

MONFALCONE Nell’industriale Monfalcone la natura si sta riprendendo i suoi spazi. Spesso in modo imprevisto, come nello stagno dell’Enel al Lisert, uno specchio d’acqua artificiale divenuto mèta di migratori e specie rari, come la Moretta tabaccata, o sfruttando le nicchie a disposizione.

È accaduto anche quest’anno tra i pontili della base nautica della Lega navale italiana, affacciata sul bacino di Panzano. Una coppia di cigni, peraltro censita, come dimostrano i loro collari, ha costruito il suo ampio nido, utilizzando piccole canne e altra vegetazione, tra due imbarcazioni ormeggiate al pontile esterno, dirimpettaio del canale Brancolo. Una posizione non proprio ottimale, perlomeno per i proprietari delle unità, ma i cigni, una specie sempre più diffusa lungo tutto il litorale e non solo nelle zone umide che si stendono tra Monfalcone e Grado, non si sono sentiti né infastiditi, né minacciati. Tant’è che vi hanno deposto quattro uova e hanno iniziato a covarle, alternandosi nel compito.

Fino a venerdì pomeriggio, quando il nido ha preso il largo, sospinto dal vento al centro del bacino di Panzano, esposto al transito delle imbarcazioni. A quel punto un socio della Lega navale che si trovava con degli amici in sede ha preso il proprio motoscafo per mettere in salvo le uova, ormai prossime alla schiusa, visto il periodo e il momento in cui erano state deposte.



Il diportista ci è riuscito, contattando quindi il presidente dell’Associazione ambientalista Rosmann, Claudio Siniscalchi, per mettere al sicuro le uova e dare una possibilità ai nuovi cigni di venire al mondo. Le uova sono state quindi portate, dopo essere state deposte su un asciugamano all’interno di una scatola di cartone, da dei volontari nel Centro di recupero della fauna selvatica di Terranova.

Appena giunte nella struttura gestita da Damiano Baradel, le uova sono state subito infilate in un’incubatrice per garantirne la schiusa. Alla coppia di cigni, specie generalmente monogama, per la sua intera vita, non è rimasto invece che andare alla ricerca del loro nido e del suo contenuto. «È il secondo anno che realizzano il nido nello stesso punto – ha raccontato una socia della Lni –. Ci mettono pochissimo a costruirlo e quindi è in pratica impossibile scoraggiarli nella loro opera».

Una volta realizzato, il nido non può ovviamente essere toccato, come da indicazioni del Corpo forestale regionale, chiamato anche quest’anno per capire il comportamento da tenere. Di certo è un comportamento prudente quello che i volontari incaricati di portare le uova a Terranova hanno dovuto osservare per uscire con l’auto dalla viabilità interna della base nautica: poco distante dal mezzo che percorreva a bassissima velocità la stradina si è parato davanti un capriolo, uscito da un foro della rete che separa la società da Fincantieri.

La zona della cosiddetta Corea del resto da anni è abitata da diversi esemplari della specie, sempre più presente nel Monfalconese, come i cinghiali, in assenza di predatori in grado di limitarla.

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