Il neoassessore Roberti: «Max? Sul campo da tennis vinco io»

L'assessore alle Autonomie locali e alla Sicurezza racconta l’amicizia con Fedriga nata tra i banchi di scuola media
Pierpaolo Roberti
Pierpaolo Roberti

TRIESTE. «A tennis? Vinco io». Pierpaolo Roberti, l’amico delle medie di Massimiliano Fedriga, è oggi anche il suo assessore alle Autonomie locali e alla Sicurezza, dossier chiave di una legislatura a traino leghista. Più amico o più assessore? «Due rapporti paralleli. Abbiamo l’onestà intellettuale per il confronto sui temi politici. Ogni tanto cede lui, ogni tanto io».



Roberti, da vicesindaco di Trieste alla giunta regionale. Cosa cambia?

Un mare di differenze. Trieste è una città grande e complessa, ma il Friuli Venezia Giulia è un piccolo stato. Una sfida ancora più complicata, c’è da lavorare.

Se lo ricorda Massimiliano da piccolo?

Ci siamo visti per la prima volta a scuola. Eravamo alle medie al Dante, in due sezioni diverse. Ci siamo ritrovati alle superiori, io ho poi cambiato scuola, ma l’amicizia è continuata.

Le ragazze?

Ho conosciuto mia moglie che era una compagna di classe della sua fidanzata di allora.

Che cosa condividete?

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I gusti musicali. Imbarazzanti.

Qualche nome?

Ci piace la musica italiana. Da Cremonini a Tiziano Ferro.

Tifosi della stessa squadra?

No. Lui è dell’Inter, la mia famiglia è juventina. Ma il calcio di serie A mi interessa poco. Seguo la Triestina, ma senza particolare passione.

Avete mai giocato a calcetto assieme?

Solo a tennis, e vinco io.

Che cosa si gioca in questi cinque anni di legislatura?

Io gioco tutto, sempre e comunque. Prendo con impegno e rispetto i consensi e ho un timore: sbagliare e deludere chi mi ha votato.

Ha già avviato l’iter per la controriforma delle Uti. È il suo carattere? Si fa tutto subito?

Non sono impulsivo, ma credo che la situazione Uti vada rimediata al più presto, almeno sul fronte delle scadenze. Penso per esempio al bando sicurezza in cui sono penalizzati i Comuni che non aderiscono alle Unioni. Il percorso di ascolto degli eletti in aula e dei sindaci sarà lungo e approfondito. Nessuna nuova norma verrà calata dall’alto.

Il suo collega Bini ha fatto i complimenti alla “macchina”. Lei che impressione ha avuto in assessorato?

È impressionante, le professionalità sono incredibili. Gli uffici hanno capacità mostruose, sono sicuro che si lavorerà bene.

Ha le deleghe che si aspettava?

Era ciò che desideravo. So che si tratta di capitoli difficili, ma che conosco.

Il primo giorno in giunta com’è andata? Vi siete studiati?

Non c’era troppo da studiare. Conosciamo i pregi e i pochi difetti di ciascuno.

Caffè o aperitivo alla fine?

No, siamo rientrati in ufficio di corsa a lavorare. Appena insediati va anche riavviato quanto è rimasto fermo nel mese e mezzo di pausa elettorale. Io, tra l’altro, sto salutando uno a uno i lavoratori della mia area.

Da assessore dovrà rinunciare a qualcosa nel privato?

Mi dispiace che non avrò il tempo di seguire tutto sul lavoro. Adesso, conta questo.

A Roma avevate cullato l’obiettivo del governo con il M5S. Le piaceva la prospettiva?

Non ne andavo entusiasta. Ci siamo presentati in una coalizione di centrodestra e ci siamo trovati costretti ad andare al governo con i grillini. Poi è arrivato l’inaccettabile veto del presidente della Repubblica, cui non spetta sindacare le volontà politiche di una maggioranza.

Si torna al voto?

Speriamo al più presto. Anche perché al Fvg serve un governo con cui ridiscutere i patti finanziari.

Al voto con la Lega sempre a centrodestra?

Anche dentro la nostra coalizione andrà affermato il principio che la politica nazionale la decide il popolo alle urne.

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