Il neoassessore Fvg Zilli: «Io umile, sempre pronta a imparare»
La leghista con delega alle Finanze: «Punto a rinegoziare i patti con Roma»
TRIESTE. «La prima reazione quando Fedriga mi ha dato la delega alle Finanze? Favorevolmente stupita». Barbara Zilli sembrava dover fare l’assessore al Lavoro e invece si ritrova al Bilancio, terreno minato in cui la sanità drena oltre la metà dei finanziamenti, i margini di manovra sono ristretti, ma serve comunque inventiva. «Se mi sento all’altezza? No, ma è sempre stato così nella mia vita. Sono molto umile».
Le Finanze Fvg passano dal rettore dell’Università, Peroni, all’avvocato che, di economia, nel curriculum ha il diploma di ragioneria...
I tecnici hanno spesso una visione ridotta dei problemi. Un buon assessore deve saper dare un’impronta politica al lavoro della direzione. Nei miei uffici ci sono persone molto preparate, dal direttore Paolo Viola a chi lo affianca.
Che cosa pensa di poterci mettere di suo?
È la vera sfida che ho raccolto quando ho accettato la proposta di Fedriga. Credo di poter incidere in particolare sulla rinegoziazione dei patti finanziari con Roma e sul rilancio del progetto fiscalità di vantaggio.
L’accordo Serracchiani-Padoan va rivisto da subito?
Sarà il primo atto fondamentale dopo l’assestamento estivo.
Cosa farà quando i colleghi la tireranno per la giacca per strappare risorse?
Ascolterò ogni richiesta e cercherò di lavorare di squadra, il modo migliore per approvare un bilancio equilibrato. Ma, da avvocato, non farò il notaio.
Competitiva?
Ho fatto atletica leggera a livello agonistico.
Specialità?
Dal mezzo fondo sono passata a 400 piani e 400 ostacoli. E sono diventata campionessa regionale categoria allievi.
Quando ha smesso?
Quando ho iniziato l’università. Ma corro ogni anno a Telethon: un’ora, dieci chilometri e mezzo. Com’è fare la mamma? Matteo ha tre anni e tre mesi, Marco ne fa cinque ad agosto. Li coccolo quanto possibile.
Che musica ascolta?
Ultimamente solo la radio, l’informazione. Le poche volte in cui stacco scelgo il pop-rock: dagli U2 a Ligabue.
L’ultimo concerto visto?
Il Liga a Trieste.
Vasco Rossi a Lignano?
Non ce l’ho fatta.
Il romanticismo?
Laura Pausini.
Gli hobby?
Andare in bicicletta, camminare in montagna e cucinare.
Il piatto che le riesce meglio?
Le lasagne alla bolognese. Il piatto tradizionale di mia mamma in ogni occasione di festa.
Chi l’ha convinta a fare politica?
L’ex consigliere regionale Enore Picco. Oltre alla volontà di impegnarmi per la mia comunità.
Leghista per convinzione?
Sono cresciuta con una cultura di sinistra, quella che ti inculcano a scuola.
Un punto di riferimento di allora?
Enrico Berlinguer.
Che cosa l’ha fatta cambiare idea?
Il fatto che molti di quei principi fossero irrealizzabili. La Lega è il movimento che più dà concretezza alle mie convinzioni.
Meglio la Lega di Bossi o quella di Salvini?
Due momenti diversi. Quella di Salvini è sintesi degli ideali bossiani, ma al tempo stesso moderna e allargata. Matteo ha una marcia in più.
Il leghista preferito?
Luca Zaia.
Marco Ballico
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