Il “nemico” di Riccardi pregusta il debutto in aula e fa tremare la riforma sanitaria
TRIESTE I due grandi “nemici” si ritroveranno in aula mercoledì prossimo. Riccardo Riccardi a cercare l’approvazione del ddl 70, la seconda parte della riforma sanitaria. Walter Zalukar a insistere perché quel testo venga ritoccato in più punti. Il medico triestino, ex responsabile del Pronto soccorso, lo farò però stavolta da consigliere eletto. Con la stessa casacca azzurra del vicepresidente della Regione e assessore alla sanità.
L’ipotesi era nell’aria da aprile, quando Piero Camber fu sospeso da piazza Oberdan a seguito della sentenza della Corte d’Appello sulla “rimborsopoli” della decima legislatura. Due settimane fa la condanna definitiva lo ha messo definitivamente fuori gioco e ha aperto la strada a Zalukar, il primo dei non eletti, pronto a subentrare martedì 3 dicembre, il giorno prima dell’avvio del dibattito su una riforma da lui più volte impallinata nella fase di avvicinamento all’aula.
Ieri mattina il gruppo forzista ha incontrato l’entrante. Un chiarimento necessario dopo che il capogruppo Giuseppe Nicoli aveva “avvertito” Zalukar precisando che il partito ha condiviso all’unanimità la proposta della giunta. Quello stesso Zalukar che nei mesi scorsi aveva scritto ai piani alti di Forza Italia denunciando di non essere voluto «dal mio stesso partito, nonostante il voto degli elettori».
Con Nicoli c’erano i consiglieri Franco Mattiussi e Mara Piccin. Una chiacchierata «servita a raccogliere le posizioni di Zalukar sull’articolato, a prendere atto che i suoi sono rilievi puntuali ma anche che non c’è poi troppa differenza di punti di vista sull’impianto generale», fa sapere Nicoli. Zalukar un ribelle? «Ma no. È stato un colloquio abbastanza cordiale - dice il capogruppo -. Il percorso della norma è stato molto articolato. Abbiamo ascoltato il territorio e, con l’assessore impegnato su ogni fronte, abbiamo definito un testo che è il risultato di correzioni dovute al confronto. Mi pare un modo di fare del tutto naturale».
Da Riccardi non pare arrivare peraltro una stretta di mano verso il neo eletto: «Non ho nulla da dire». Facile immaginare che la convivenza, sui temi che Zalukar meglio conosce, non sarà facile. Il battesimo, anzi, sarà di fuoco, visto che si parte proprio dalla questione che ha alimentato lo scontro tra i due, seppure a distanza.
L’uscente Camber promuove intanto Zalukar: «Ho piacere sia lui a sostituirmi. È uomo leale e professionista serio». L’occasione serve però al forzista decaduto anche per trasmettere «dispiacere e amarezza» per quanto successo. «Sono stato costretto a lasciare il mio posto di battaglia, assegnatomi dagli elettori, a causa di un’assurda norma amministrativa, dalla quale, tra l’altro, i parlamentari europei e italiani sono esclusi - ricostruisce -. E tutto questo pur a seguito di due assoluzioni piene e una condanna che dice come, secondo i giudici, avrei distratto da consigliere regionale in quattro anni, dal 2010 al 2013, 1.078 euro complessivi, mentre ne riversavo o non ne prendevo 1.766, come verbalizzato anche dalla Gdf». In sostanza, prosegue Camber, «secondo una parte della magistratura, con una mano prendevo mentre però con l’altra tornavo: persino di più. E sono gli stessi giudici a precisare che solo per me viene riconosciuta l’attenuante speciale della particolare tenuità del fatto, dato che, scrivono nella sentenza, per la quasi totalità delle somme, la distrazione non è avvenuta per fini egoistici di approfittamento personale, ma per modeste iniziative di sostegno a persone bisognose. Dunque, nessun arricchimento personale, ma attività politica da consigliere regionale e da presidente di commissione». —
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