Il negozio di animali: «Cani e gatti richiedono cure. A noi i clienti non mancano»

I titolari di negozi per animali scommettono addirittura su possibili aumenti di ricavi «L’anno scorso un boom di richieste di prodotti a domicilio: agli animali non si rinuncia» 
Viorel Andrus
Viorel Andrus

TRIESTE «Il nostro settore è stato sicuramente uno di quelli che ha risentito meno della crisi legata alla pandemia. Possiamo davvero dire di avere avuto molta fortuna». È consapevole del “privilegio” avuto rispetto a molti altri colleghi commercianti Viorel Andrus. Lui a Trieste, in piazza dell’Ospitale, gestisce L’isola dei tesori, una realtà specializzata nell’alimentazione, negli accessori e nei prodotti per la cura di cani, gatti e compagnia.

Un comparto appunto, quello dei prodotti per gli amici a quattrozampe e non solo, che non conosce crisi, Nemmeno in tempo di pandemia. Anzi. Durante il confinamento, per certi aspetti, è andata addirittura meglio rispetto alla norma. Nei primi mesi di lockdown, per esempio, è stata la voce della consegna a domicilio a registrare un vero e proprio balzo in avanti. «L’anno scorso c'è stata una grande richiesta da parte dei nostri clienti. Del resto, la gente aveva problemi a lasciare la propria casa, ma al contempo doveva continuare a prendersi cura dei propri animali domestici», prosegue Andrus.

Intendiamoci, non sono tutte rose e fiori. Qualche variazione negativa in corso d’opera c’è stata anche qui. Un anno fa, per esempio, si era provveduto a una piccola riduzione dell’orario di apertura. E così, come a partire da ieri, il servizio di toelettatura era stato sospeso. Si tratta però di semplici dettagli, minuscole virgole che perdono di intensità se accostate alla grande crisi economica che ha lasciato in ginocchio moltissimi altri settori. «Nessuno sa come andranno le cose nel corso di questa terza ondata, è ancora troppo presto per fare dei pronostici. Ci auguriamo di riuscire a lavorare bene come abbiamo potuto fare in tutti questi mesi. Comunque, già oggi (ieri, ndr), abbiamo ricevuto una chiamata da Opicina. Una cliente voleva capire se le fosse consentito venire fino a qui per rifornirsi di un cibo particolare, un prodotto che abbiamo soltanto nel nostro negozio - conclude il gestore -. Le ho suggerito di informarsi bene, di leggere attentamente il decreto prima di fare qualsiasi cosa. Se scoprirà che ha il divieto di muoversi, ci occuperemo personalmente della consegna a casa sua».

L’impressione peraltro è che a muoversi, ieri mattina, siano stati pochi triestini. Il primo giorno in zona rossa ha registrato marciapiedi mezzi vuoti, un traffico ridotto al minimo, qualche persona a passeggio, sì, ma in solitaria. Parecchie anche le serrande abbassate. Ma tanti rispetto al primo lockdown comunque gli esercizi commerciali che hanno avuto il benestare dal Governo per tenere le proprie porte spalancate ai clienti. E garantire così il regolare acquisto di beni considerati essenziali o quantomeno di stretta utilità. —
 

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