Il museo della guerra irrita i reduci croati

Capo di Stato, ministri e sindaco di Zagabria sposano un maxi-progetto. Gli ex combattenti: «Dove sono i centri riabilitativi?»
Di Mauro Manzin

TRIESTE. Siamo alle solite. Non appena in Croazia si annusa odore di elezioni esce fuori dal cassetto “il progetto”. In questo caso le elezioni sono quelle presidenziali del prossimo autunno. “Il progetto” è quello di un grande museo della guerra nel centro di Zagabria con a fianco un grande monumento e della realizzazione al cimitero per i caduti di guerra all’interno del già esistente cimitero di Mirogoj sempre nella capitale, una vera e propria Arlingotn croata. Questa volta il documento relativo al “progetto” porta la firma del capo dello Stato, Ivo Josipovi„, del ministro della Difesa, Ante Kotromanovi„, del ministro dei Reduci, Predrag Mati„ e del sindaco di Zagabria, Milan Bandi„. Ebene sia Josipovi„ che Bandi„ hanno già preannunciato che si candideranno alle prossime presidenziali.

Ancora non è stato deciso a chi sarà dedicato il monumento, se ai caduti croati nella Guerra patria (1991-1995) o al milite ignoto. La questione, hanno detto i firmatari, sarà risolta a breve. Sul luogo dove sorgerà sia il museo, sia il monumento il sindaco di Zagabria Bandi„ non ha dubbi: «È il luogo più atrattivo del centro di Zagabria (è vicino al salone Vatroslav Lisinski) con a disposizione un’area di 17 ettari». «Come apparirà l’opera - ha proseguito il primo cittadino della capitale croata - ce lo diranno gli architetti, sarà sicuramente un’opera che sarà visitata dagli uomini di Stato stranieri che visiteranno la Croazia o Zagabria». L’amministrazione municipale, poi, che è proprietaria sia dell’area al centro di Zagabria, sia del cimitero di Mirogoj, deciderà a giorni dove realizzare «la Arlington di Zagabria o croata», come precisato da Bandi„. Ricordiamo che Arlingot è la località statunitense nei pressi di Washington dove sono sepolti circa 400mila soldati statunitensi morti nelle varie guerre combattute dagli Usa, dalla guerra di secessione agli ultimi eventi bellici dell’Iraq o dell’Afghanistan.

Gli analisti politici croati hanno immediatamente scosso la testa certi che si tratta della solita boutade pre-elettorale visto, come abbiamo detto, che due dei promotori del “progetto” sono candidati alle prossime presidenziali. Dunque, liquidano il tutto con il solito progetto acchiappavoti». Non è trascurabile però nemmeno il fatto che attualmente sinistra e destra in Croazia stanno dando vita a un grosso dibattito politico e ideologico alla luce dell’estradizione dell’ex 007 jugoslavo prima, corato poi, Josip Perkovi„ in Germania per l’omicidio di un esule politico avvenuto nel 1983 a Monaco di Baviera.

Ma a non gradire “il progetto” sono soprattutto i reduci i quali hanno riunito tutte le proprie associazioni e hanno elaborato un documento in cui, come riporta il quotidiano di Lubiana Delo, si legge che l’iniziativa altro non è se non «un’indigesta spina politica» e si precisa come «ci siano molti monumenti alla Guerra patria abbandonati e dimenticati». Primo su tutti quello di Knin consacrato alla vittoria nell’Operazione tempesta che è stato l’atto decisivo per la vittoria contro i serbi. E in più i reduci hanno chiesto al loro ministro e a quello della Difesa dove sono i centri riabilitativi promessi due anni or sono nel corso della campagna elettorale delle politiche che hanno sancito la vittoria dell’attuale coalizione di governo di centrosinistra.

L’idea del monumento è sempre stato un “must” bipartisan tra i politici croati. Si era impegnato a costruirne uno il defunto ex premier Ivica Ra›an nel 2001, ma non se ne fece nulla, così come rimase sulla carta quello prefigurato dall’ex premier (ora sul banco degli imputati in tribunale) Ivo Sanader e lo stesso attuale sindaco di Zagabria, Milan Bandi„. Nel 2006 fu addirittura creato un consiglio per l’erigendo monumento di cui Sanader era il presidente e Bandi„ il suo vice. Poi il nulla.

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