Il Mtl alla Corte europea dei diritti dell’uomo
E’ stato presentato alla Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo (Cedu) il ricorso contro le due sentenze della giustizia amministrativa italiana sulle elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia. Le sentenze sono la numero 530/2013 del Tar (Tribunale amministrativo eegionale) del Friuli Venezia Giulia, e la numero 1350/14 del Consiglio di Stato.
Il Tar con sentenza del 28 ottobre 2013 aveva rigettato il ricorso presentato da 57 cittadini di Trieste che avevano impugnato l’atto con cui erano state indette le elezioni della Regione Friuli Venezia Giulia nel Territorio Libero di Trieste non riconoscendo la sovranità dello Stato Italiano. Nel ricorso veniva contestata la stessa legge istitutiva della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (Legge Costituzionale 1/63) per la sua nullità «per carenza assoluta di titolo e per radicale anticostituzionalità per la parte che aggrega alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia “entro l’unità della Repubblica italiana, una e indivisibile” anche i Comuni di Trieste, Duino-Aurisina, Monrupino, Muggia, San Dorligo della Valle e Sgonico, che non appartengono al territorio nazionale italiano, e sono soggetti a diverso regime specifico di diritto internazionale».
Il Tar rigettava il ricorso con la sentenza n. 530/2013 «con motivazioni - scrive il Mtl - politiche antigiuridiche, sostenendo l’inesistenza giuridica del Territorio Libero di Trieste e denunciando Roberto Giurastante quale ricorrente principale per l’opinione espressa come “eversore” perché concreterebbe reati contro lo Stato italiano punibili con pene sino a 12 anni di carcere. a sentenza del T.A.R. veniva quindi impugnata davanti al Consiglio di Stato che la confermava integralmente con la sentenza n. 1350/14 del 18 marzo. 2014. «All’Italia viene ora contestata - spiega Giurastante - la violazione degli articoli 6, 7, 9, 10, 13, 14 della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo (violazione dell’equo processo, libertà di espressione e di opinione, divieto di discriminazione e razziale), per avere avviato una vera e propria persecuzione giudiziaria nei confronti di decine di cittadini di Trieste che hanno chiesto il rispetto dei loro diritti sanciti dal Trattato di Pace del 1947».
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