Il movimento dei “no Vax” si prende la scena a Palazzo

TRIESTE Il popolo dei “no Vax” entra a Palazzo. Capita in Friuli Venezia Giulia, Regione che, contrariamente a quanto fatto da altre amministrazioni italiane, ha avviato ufficialmente il dialogo con alcune discusse associazioni di libera scelta, aprendo loro le porte del Consiglio e quindi, di fatto, legittimandole come interlocutori istituzionali.
Ieri la terza commissione presieduta dal leghista Ivo Moras ha ascoltato in audizione il comitato dei Genitori di Trieste per la libertà di scelta e l’associazione Piano B, accompagnati dai rappresentanti delle associazioni Alister, Comilva, Sostegno genitori, SìAmo, insieme ad alcuni medici e genitori. Tutti hanno criticato senza mezzi termini il decreto Lorenzin e la relativa legge 119/2017 che ha portato da 4 a 10 i vaccini obbligatori per i bimbi della fascia 0-6 anni affinché possano accedere a nidi e asili, mentre per la fascia 6-16 è prevista una sanzione pecuniaria, ma non lo stop all'accesso alla scuola. «Abbiamo consegnato una corposa documentazione in cui si dimostra che entrambi i presupposti del decreto Lorenzin, di emergenza e urgenza, sono insussistenti - ha affermato Alessandra Devetag del comitato Genitori di Trieste -. Inoltre contestiamo i numeri dell'ex ministro sui morti in Europa per morbillo e meningite». I “no Vax” hanno poi portato testimonianze di bimbi vittime di complicazioni dopo essere stati vaccinati e chiesto apertamente alla Regione di sospendere le campagne di vaccinazione nelle scuole, fermare le multe almeno per i meno abbienti, come già fatto dalle Regioni Liguria e Piemonte e da Bolzano e avere un occhio di riguardo alla vaccino-vigilanza studiando a livello nazionale il reale rapporto rischio/vaccino.
Un pressing che, per ora, non ha ottenuto risposte concrete, ma centrato comunque un indiscusso risultato “politico”: l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi, presente all’audizione, ha infatti assicurato un impegno a verificare quanto fanno le altre Regioni e a istituire tavoli di confronto. «Ci sono però regole che non sono in capo alle amministrazioni regionali - ha chiarito Riccardi -, non abbiamo il potere di dire se una vaccinazione va fatta o no. L’uso o meno dei vaccini deve scaturire dagli studi e dalle conclusioni della comunità scientifica».
E proprio l’assenza durante i lavori di ieri di rappresentanti del mondo scientifico è stata stigmatizzata dai consiglieri Pd, Mariagrazia Santoro e Nicola Conficoni. «Il presidente della commissione ha previsto il solo ascolto dei “no Vax”. Invece riteniamo indispensabile, per la completezza dell'informativa, che vengano auditi anche i tecnici competenti in materia». Pure dall’opposizione, tuttavia, è arrivato il plauso alla scelta di avviare un percorso di dialogo con le associazioni contrarie ai vaccini obbligatori. «L’ascolto di tutti soprattutto su un tema delicato come quello dei vaccini, è sicuramente un fatto positivo», hanno concluso. Sulla stessa linea la forzista Mara Piccin. «La materia della prevenzione vaccinale é un tema delicato che merita costante studio e monitoraggio, anche con riferimento alle competenze possedute in argomento dalla Regione. L’esigenza prevalente è senza dubbio quella di garantire ai cittadini la corretta informazione da parte delle istituzioni regionali».
Il confronto sul tema vaccini proseguirà in Consiglio a settembre. Per i “no Vax” un’altra piccola conquista. —
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