Il Montenegro vende i passaporti per attirare i tycoon stranieri
BELGRADO Un piccolo Stato, l’ultimo a essere entrato nella Nato e ora lanciatissimo verso l’adesione alle Ue, che assetato di fondi dall’estero mette “in vendita” i propri passaporti a ricchi tycoon stranieri. Sono questi i piani del Montenegro, dove il governo ha annunciato l’avvio, da ottobre, di un «programma speciale». Programma che riserva a duemila fortunati extracomunitari, dal pesante portafoglio, la possibilità di acquisire un pied-à-terre in Europa attraverso la cosiddetta cittadinanza per investimento. Per farlo, dovranno prima pagare una tassa di 100 mila euro una tantum. E poi potranno scegliere come procedere.
Due le opzioni per mettere le mani su un passaporto che – fra pochi anni, forse già nel 2025 – diventerà Ue e dunque assai prezioso, e che già oggi comunque permette di viaggiare in 123 nazioni senza visti. La prima è quella di «investire 250 mila euro in qualche piano di sviluppo approvato dal governo in aree sottosviluppate del Montenegro». La seconda è quella di versare fino a 450 mila euro «in progetti nella regione più sviluppata» del Paese, quella costiera.
Podgorica già nel 2010 aveva varato un programma affine, suscitando critiche - in particolare a Berlino - a causa delle paure che il passaporto montenegrino potesse finire in mano a magnati poco raccomandabili o a personaggi come l’ex controverso premier thailandese, “naturalizzato” montenegrino, Thaksin Shinawatra. Ma il governo ha promesso che ci saranno «controlli» accurati sui «candidati».
Qualche timore però rimane. Lo ha ammesso il capo delegazione Ue a Podgorica, Aivo Orav, che ha confermato che la «Commissione monitora con attenzione» la vicenda e ha auspicato che l’applicazione del programma «non diventi un ostacolo» nel percorso d’adesione alla Ue. Non si tratta di «vendita di passaporti», ma di un progetto che assicura lo sviluppo economico, ha da parte sua assicurato il vicepremier Simović.
Il progetto del resto è molto simile ad altri, più o meno di successo e ormai collaudati. Come quello di Malta, ad esempio, che dal 2014 i suoi passaporti li “vende” a chi investe almeno un milione di euro nell’isola. Ma c’è pure la Bulgaria, e poi ancora Grecia e Ungheria (dal 2013, 250 mila euro il costo), Spagna e Portogallo, Irlanda, Lettonia, Cipro, persino la Francia, senza parlare di Paesi extra Ue come Nuova Zelanda, Svizzera, Stati Uniti, Australia e tanti altri.
Alla lista non si è aggiunta la Croazia, che aveva valutato il passo anni fa; ma lo farà presto presto la Moldavia, ha annunciato ieri Henley e Partners, azienda che si occupa di programmi come quelli del Montenegro. Programmi che portano «reciproci benefici» in un mondo «globalizzato». Dove a guadagnarci sono le casse pubbliche e tycoon (spesso cinesi e arabi), diventati europei. A forza di centinaia di migliaia di euro. —
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