Il Montenegro rischia il crac a causa della super-autostrada

I dubbi della commissione Ue sulla sostenibilità dell’opera. Il governo deve trovare un altro miliardo di euro per completare il progetto

ZAGABRIA Il Montenegro rischia la bancarotta per colpa del progetto di autostrada Antivari (Bar)-Boljare? La stampa europea e le stesse autorità comunitarie a Bruxelles guardano con crescente preoccupazione alla posizione in cui si trova il governo di Podgorica, pesantemente indebitato nei confronti dei cinesi per un’infrastruttura che difficilmente sarà economicamente sostenibile. «C’è un grande interrogativo su come (i montenegrini, ndr.) saranno in grado di completarla», ha confidato all’agenzia Reuters un funzionario dell’Unione europea, «il loro spazio di manovra fiscale si è ristretto enormemente. Si sono strangolati». In effetti, nota l’analista Micha Romanowski, «quando il Montenegro ha firmato il contratto per l’autostrada con la Cina nel 2014, il suo debito pubblico è cresciuto del 23%».

Non solo. Il finanziamento da 809 milioni di euro accordato dalla Banca d’esportazione ed importazione della Cina «ha costretto Podgorica ad alzare le tasse, congelare una parte dei salari nel settore pubblico ed interrompere i sussidi alle madri», prosegue Reuters. E nonostante ciò, «il debito pubblico si avvicinerà a quota 80% del Pil entro fine anno».

Se poi il governo vorrà finire l’opera, servirà - secondo le stime del Fondo monetario internazionale - un altro miliardo di euro. Mentre i lavori dell’autostrada proseguono, portati avanti dall’impresa cinese Crbc (la tessa che ha vinto il bando per il ponte di Sabbioncello in Croazia), i dubbi aumentano su cosa succederà una volta completata l’opera. Diversi studi hanno fatto infatti notare che difficilmente il traffico sulla linea che collega la costa montenegrina alla Serbia centrale potrà ripagare in pedaggi i costi di costruzione, o rendere possibile l’ipotesi di una concessione ad un’impresa privata. L’opposizione montenegrina avverte che i cinesi potrebbero trovarsi in una posizione molto vantaggiosa. Ma non sono gli unici a temere questo scenario. Il commissario europeo all’allargamento Johannes Hahn ha avvertito questa settimana che bisogna «fare attenzione alla strategia cinese nei Balcani e reagire in maniera adeguata». 

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