Il monfalconese Gasparini a Bruxelles: "Nelle strade un deserto surreale"

Parla Nicolò, quarantenne bisiaco professionista della comunicazione che lavora da dieci anni a Bruxelles, ora a contatto con lo staff di Federica Mogherini. "Aspettiamo informazioni, sono riuscito ad avvisare mio padre". Mercoledì avrebbe dovuto fare rientro a casa in aereo per riabbracciare la famiglia per la sosta pasquale
Il monfalconese Nicolò Gasparini
Il monfalconese Nicolò Gasparini

MONFALCONE. C’è anche un monfalconese, il 40enne Nicolò Gasparini, figlio del sociologo Alberto Gasparini, nella Bruxelles sotto assedio. Maturità scientifica al Buonarroti di Monfalcone e laurea in Scienze diplomatiche internazionali a Gorizia, vive da dieci anni nella capitale belga, dove lavora nella sezione comunicazione del Servizio europeo per l'azione esterna (Seae), in staff assieme ad altre persone che assistono Federica Mogherini, alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, nell'adempimento del suo mandato. Martedì  mattina è andato dal dentista e poi è entrato in ufficio. Non vi è più uscito. Il palazzo è blindato. Appresa la notizia degli attacchi terroristici via radio, Nicolò ha chiamato subito suo padre, per rassicurarlo e dirgli che sta bene. Mercoledì sarebbe dovuto rientrare a Monfalcone in aereo per la sosta pasquale. Invece la devastazione a opera di un kamikaze della sala partenze internazionali dello scalo Zaventem, vicino ai banchi dell'American Airlines, ha stravolto tutto.

Una foto scattata poco da da Nicolò Gasparini a Bruxelles deserta
Una foto scattata poco da da Nicolò Gasparini a Bruxelles deserta

Gasparini, cosa sta accadendo?

La rete telefonica è satura. Qua tutto bene, anche se siamo in effetti bloccati nel palazzo del Servizio Esterno dell'Unione europea, proprio di fronte alla metro Schuman.

Cosa vede dalle finestre?

Tutto il perimetro di rond point Schuman è stato sigillato, chiuso alla circolazione e - a parte la polizia, i pompieri e le ambulanze in transito - non c'è traffico. Questo normalmente sarebbe uno snodo molto trafficato. Dunque c'è un deserto surreale che circonda il palazzo del Seae.

Un'altra immagine del giovane ricercatore bisiaco
Un'altra immagine del giovane ricercatore bisiaco

Vi è stato detto di adottare qualche accorgimento particolare?

Non siamo autorizzati a uscire, e ovviamente nessuno può entrare.

Le persone hanno paura?

Molta, molto stress e panico generalizzato anche tra colleghi. Abbiamo fatto la conta dei presenti: la mia divisione ha 30 membri, fortunatamente tutti in salvo.

Sapete fino a quando resterete lì?

No.

Nel tragitto dal dentista all'ufficio si era accorto di qualcosa?

Solamente nel tratto da rue Belliard: al garage del mio palazzo, che era già chiuso, è stato necessario chiamare la sicurezza per aprire il portellone d'ingresso.

Sapeva già dell'accaduto?

Si, via radio.

Suo padre al telefono mi ha detto che domani sarebbe dovuto rientrare: cosa pensa di fare?

Quasi sicuramente non ci saranno voli da Zaventem nei prossimi giorni. Io come tantissimi altri amici e colleghi rimarremo bloccati qua, a meno che non si viaggi in auto. I voli da Charleroi, il secondo aeroporto, sono tutti esauriti, ma sembra che anche il secondo terminale sarà chiuso. Ripeto: sono solo speculazioni, non ci sono informazioni ufficiali.

Prima degli attentati, che hanno provocato al momento oltre trenta vittime accertate, c'era sentore che si potesse verificare qualcosa di simile?

No, ma difficilmente questi attentati sono stati preparati come ritorsione alla cattura di Salah. Troppo poco tempo.
 

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