Il mondo dello sport di Trieste chiede chiarezza sull’uso delle palestre: «Aspettano in 10 mila»

TRIESTEUn futuro appeso al sottilissimo filo della ripresa della scuola. Lo sport al chiuso resta in attesa di capire cosa succederà e a dispetto degli auspici mancano certezze: è il quadro di difficoltà presentato ieri dal Coni regionale in una conferenza stampa a Trieste. Nel capoluogo regionale, forse più che altrove, c’è il tema degli spazi, risicati già prima del Covid e insufficienti oggi.
«Lavoro e scuola - ha sottolineato Brandolin - sono la priorità, poi arriva lo sport. In questi mesi abbiamo lavorato a stretto contatto con Regione Fvg, Anci e amministrazioni comunali per trovare soluzioni. Il nodo principale riguarda pallacanestro e pallavolo i quali rappresentano circa l’80% delle attività che si svolgono nelle palestre scolastiche». Al fianco di Brandolin, non a caso, sedevano Alessandro Michelli presidente regionale Fipav e Giovanni Adami, guida della Fip: rappresentanti di un totale di 10 mila atleti su 350 palestre di cui circa 60 a Trieste. «La Regione - ha tranquillizzato Brandolin - ha previsto una proroga fino al 2021 ai contratti di gestione delle strutture in scadenza. Ci sono poi 4 milioni di euro stanziati al Coni esclusivamente per le sanificazioni da effettuare con regole però ancora tutte da scrivere. Non sappiamo infatti se dovranno essere fatte alla fine dell’attività o se è necessario procedere tra un allenamento e l’altro con ricadute notevoli sui tempi».
Non è mancato poi un momento acceso di confronto con l’assessore comunale allo Sport Giorgio Rossi: «Siete voi i proprietari degli edifici - ha ribadito il presidente del Coni - quindi dovete impedire ai dirigenti scolastici di usare le palestre per altre attività. L’educazione fisica fa parte del programma, comprendo le difficoltà ma su questo non transigo». Rossi ha ribadito la complessità del tema: «Ora è il momento di compattarci. Abbiamo avuto notevoli difficoltà a contattare la direttrice dell’Ufficio scolastico, Daniela Beltrame, per capire se avremo a disposizione le palestre. A mercoledì scorso non lo sapeva neanche lei, ora si pensa alla riapertura delle scuole. Come amministrazione - ha poi evidenziato l’assessore - in questi quattro anni abbiamo investito 5 milioni di euro soprattutto per il calcio. Stanno arrivando a conclusione i lavori di riqualificazione del polo di San Giovanni, la concessione della palestra di via Locchi oltre al progetto Samer sempre nella zona. Sappiamo che serve un ulteriore passo».
Il collega Lorenzo Giorgi, con delega alla Valorizzazione immobiliare, ha confermato per lunedì prossimo l’incontro con le 18 società che usano il Palachiarbola. Poi l’attacco all’Agenzia delle entrate per la vicenda Tergestina, la società creata ad hoc per la manutenzione e pulizia delle palestre: «Dicono di aver recuperato 130 mila euro di tasse non versate, il costo per il cittadino sarà però di 500 mila euro all’anno». Sul tema Brandolin ha in confermato che la prossima settimana si arriverà a soluzione con la creazione di una nuova realtà in grado di garantire costi calmierati. Sulla mancanza di impianti, Michelli, ha ribadito che «Trieste necessità di almeno due impianti polifunzionali».
Adami ha invece manifestato ottimismo «ora è fondamentale avere le palestre, sono convinto che apriremo, magari giocando a porte chiuse o slittando di qualche settimana. Entro il 31 agosto arriverà anche il nuovo protocollo per il basket».
Brandolin ha ricordato che «senza certificato medico i ragazzi non possono giocare, ci sono delle difficoltà a Trieste a causa di lavori alla Salus, stiamo però lavorando per risolvere il problema». Infine la richiesta di responsabilità agli atleti, un concetto ribadito anche dal presidente della Figc Ermes Canciani il quale distribuirà nei prossimi giorni un vademecum per le società. Peccato che, nell’incontro di ieri durato più di un’ora, nessuno dei vertici indossasse la mascherina in una sala al chiuso e piena in ogni ordine di posto. Sul tema palestre è intervenuto il consigliere comunale forzista Michele Babuder il quale ha sottolineato la necessità di collaborazione tra enti mentre le risorse «magari potrebbero arrivare dai fondi europei derivanti dal “Recovery fund”, tanto osteggiati quanto indispensabili per tali investimenti». Infine Giorgio Cecco, coordinatore triestino di Progetto Fvg, fa muro all’ipotesi di palestre scolastiche utilizzate per scopi extra sportivi: «Un errore». —
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