Il mondo della politica Fvg è soddisfatto della scelta dei ministri: «Dai fondi Ue alla cultura, le sfide della regione affidate ai nomi giusti»

Fedriga: con Gelmini ottimi rapporti. Dipiazza: questa volta si faranno le riforme attese dal Paese

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«Che bello vedere le forze politiche assieme per cercare di risolvere i problemi del Paese». Il più entusiasta è il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza. Chi sta fuori invece, sono le parole del segretario regionale di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto, nota «molta differenza tra le premesse del presidente Mattarella e la squadra in campo». Mentre Sabrina De Carlo, deputata 5 Stelle, resta ancora un po’ nel passato: «Ho visto Giuseppe Conte lasciare Palazzo Chigi e mi sono commossa».

Nel giorno del giuramento dei ministri, la politica a larga maggioranza del Friuli Venezia Giulia si dice soddisfatta. A partire dalla presidenza della Regione. Massimiliano Fedriga guarda con favore non solo ai ministri della Lega - tutti della corrente “di governo” e con i quali ha ottimi rapporti -, ma filtra soddisfazione anche per la casella degli Affari regionali, dove trova Mariastella Gelmini, capogruppo azzurro alla Camera che alla vigilia del voto in Regione, nell’aprile 2018, venne pure a Udine per dargli sostegno. «I rapporti con lei sono ottimi», dice Fedriga senza però esporsi più di tanto: «Sono contento che la partita della composizione sia chiusa, siamo pronti a lavorare insieme per il bene del territorio».

Uno dei temi chiave è la conferma dei 388 milioni che il Recovery plan riserva a Trieste per il potenziamento della piattaforma logistica. Una partita che non solo Dipiazza, ma anche la coordinatrice di Forza Italia Sandra Savino, il segretario del Pd Cristiano Shaurli e il consigliere regionale dem Francesco Russo considerano garantita anche dalla presenza di Stefano Patuanelli, seppure non più al Mise. «Con lui, Brunetta, Giorgetti e Gelmini stiamo tranquilli», dice il sindaco nell’auspicare che sia «arrivato il momento di riforme, dalla burocrazia agli appalti, che possono finalmente sbloccare l’Italia». E la pandemia? «Se risolvono anche quella, siamo felici».

A Gorizia è soddisfatto pure Rodolfo Ziberna. In particolare per la conferma alla Cultura di Dario Franceschini. «Con il suo staff abbiamo un buon rapporto e la continuità sarà un valore aggiunto per Cec 2025. Con i ministri di Fi – prosegue – ho conoscenze personali che cercherò di utilizzare a fini istituzionali». Ministri «di grande livello che senza troppe elucubrazioni sulle quote rosa – sottolinea Savino – sono per due terzi donne».

Un appello a «lavorare da subito, concordando con le nostre energie migliori le priorità della regione, non di una parte», arriva da Shaurli. «Il riconoscimento di hub nazionale del porto di Trieste è straordinario punto di partenza, che va rafforzato e collegato alle prospettive dell’intera regione – prosegue –. Le risorse Ue devono servire finalmente per abbandonare chiusure e sovranismi per giocarci all’attacco un ruolo davvero europeo, sulle direttrici dei corridoi di trasporto multimodali, con i nostri insediamenti produttivi allacciati alle aree più avanzate del continente». Inoltre, «la sfida della sostenibilità ambientale e della qualità agroalimentare può giovarsi all’Agricoltura di Patuanelli».

In casa dem, Francesco Russo è a sua volta ottimista: «Credo che la qualità delle proposte fatte dal territorio, soprattutto dall’Autorità portuale, in tema di logistica ci garantiscano sul pacchetto Trieste. Più in generale mi pare che il governo rassicuri sulle scelte chiave, a partire dal Recovery, tenute al di fuori della dialettica tra partiti».

Al coro di applausi, nessuna sorpresa, si sottrae Rizzetto. «Restiamo saldamento all’opposizione», dice il deputato FdI. Garanzie per la regione? «Lavoreremo per difenderne gli interessi sin da lunedì. Certo è che Patuanelli, con Conte, aveva un ministero ben più pesante». De Carlo preferisce sottolineare che «Stefano ha dimostrato di sapersi muovere bene ovunque». Ma ammette che «nonostante le rassicurazioni di Draghi sul Recovery, quello che era scontato prima che Renzi bloccasse il Paese per un mese, ora non lo è più». —



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