Il Miur ignora i confini, Caporetto in Italia
di Giovanni Tomasin
TRIESTE
Qualcuno avverta il Ministero della pubblica istruzione dell'esito della Seconda guerra mondiale, perché a Roma c'è ancora chi non ne è stato messo al corrente. O almeno questo è quanto si deduce provando a utilizzare il nuovo servizio “Scuola in chiaro” messo a disposizione pochi giorni fa sul sito del Ministero (www.miur.it) e annunciato con squilli di tromba dallo stesso ministro Francesco Profumo («Rappresenta il primo passo verso un’amministrazione più moderna e trasparente»): il sito contempla la possibilità di cercare scuole in Comuni come Caporetto, Grotte di Postumia, Sesana. Tutte località che sono da decenni in Slovenia, o sono, come nel caso invece di Lucinico, state assorbite da altri Comuni nel corso del Novecento. Le spiegazioni possibili sono due: o il Ministero dell'istruzione è un covo di irredentisti davvero oltranzisti, oppure ci troviamo davanti all'ennesimo caso in cui dalla capitale si guarda alla nostra regione come a un “hic sunt leones”, da analizzare con l'ausilio di tomi impolverati provenienti da un qualche Regio Archivio.
L'assessore regionale all'Istruzione Roberto Molinaro commenta incredulo questa bizzarrìa della burocrazia romana: «Purtroppo questo è quello che succede quando ci si affida all'automatismo delle banche dati invece di usare la testa - dice -. Anche perché chiunque abbia frequentato una scuola elementare sa che Caporetto non è più Italia». Verificare di persona il buffo disguido è davvero semplice. Basta andare sul sito del Ministero: fin dalla prima schermata, in basso a sinistra, compare uno spazio dedicato al progetto “Scuola in chiaro”. A fianco del trionfale lancio del progetto, accompagnato da un video esplicativo, c'è il link del sistema di ricerca delle scuole. Si arriva così a una sezione, invero chiara e ben fatta, che attraverso un'intuitiva serie di menù a tendine consente di identificare il luogo e il tipo di scuola a cui si desidera iscrivere il proprio pargolo. Basta andare sulla sezione “avanzata”, però, e selezionare le province della Venezia Giulia per farsi quattro grasse risate: Battaglia della Bainsizza, Bergogna, Ca' Santo Spirito della Bainsizza, Castel Dobra, Caporetto, Pliscovizza della Madonna sono soltanto alcuni dei Comuni reperibili alla voce Gorizia. A Trieste troviamo invece località come Albaro Vescovà, Auremo di Sopra, Nacla San Maurizio, Roditti, Sinadole. Tutti nomi che stordisce un po' trovare in un sito internet ministeriale varato in pompa magna nell'Annus Domini 2012.
E dire che questo sistema dovrebbe mettere ordine nella galassia dei siti scolastici dei vari enti locali. «”Scuola in chiaro” – dichiara il ministro Profumo – rappresenta il primo passo verso un’amministrazione più moderna e trasparente che, attraverso la rete internet, mette a disposizione dei cittadini tutte le informazioni necessarie, per accedere ai servizi e scegliere con consapevolezza dove iscrivere i propri figli. Questo strumento rappresenta anche un’occasione per le istituzioni scolastiche del Paese, che potranno fornire tutti i dati in proprio possesso sull’offerta didattica e la qualità degli istituti, con l’auspicio che il confronto reciproco inneschi meccanismi di miglioramento dell’intero sistema scolastico».
Non è la prima volta che accade un inghippo di questo genere: nel 2010 era toccato al sito “Scuola mia”, stesso copione, stessi Comuni. Ai tempi era stato il consigliere regionale del Pd-SSk Igor Gabrovec a segnalare il disguido dopo averlo appreso dalla stampa slovena: «Ridicolizza la nostra regione e rischia di incrinare i buoni rapporti transfrontaliera - aveva detto - anche perché i nomi delle località risultano tuttora in forma totalmente artificiosa adottata durante il ventennio fascista». Il ministero degli Esteri di Lubiana era intervenuto convocando l'ambasciatore italiano per esporre le proprie rimostranze: la schermata di “Scuola mia” era stata poi corretta. Ma a quanto pare la memoria del piccolo incidente diplomatico a Roma è svanita in fretta,
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