Il mistero delle chioccioline che colonizzano via Timavo

Ricoprono interamente cartelli stradali e vegetazione dopo le Terme romane e vicino al Locovaz in un’area che circonda la stazione del metanodotto Snam
Bonaventura Monfalcone-11.09.2018 Chiocciole-Via Timavo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-11.09.2018 Chiocciole-Via Timavo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE È un mistero. Migliaia di lumachine bianche nel tratto finale di via Timavo, dopo la struttura delle Terme romane, in prossimità del canale Locovaz e di fronte alla Cartiera Burgo di Duino, hanno invaso gran parte della vegetazione che cresce ancora rigogliosa. Una quantità mai vista che ha sopraffatto la rete di protezione della struttura, le valvole di pompaggio e la pavimentazione tutt’intorno.

Il caso è davvero curioso e mai segnalato fino a oggi in queste zone. Lungo il canale, poi, ci sono gli ormeggi di diversi diportisti dell’associazione nautica Locovaz che si sono accorti della presenza di queste lumachine senza dargli troppo peso. Quello che colpisce di più è che l’invasione delle chioccioline è distribuita in un’area che circonda la stazione del metanodotto della Snam, collocato proprio in quella posizione. È come se si fossero date appuntamento per stare insieme nel loro ultimo viaggio. Inoltre molti residui dei piccoli invertebrati si trovano sparsi per terra lungo un vialetto adiacente alla stazione di metano e hanno creato un tappeto bianco difficile da evitare.


Percorrendolo a piedi, provoca perciò quel caratteristico scricchiolio quando le chiocciole vengono calpestate. Ai lati del vialetto, inoltre, sono stati piantati di recente una ventina di piante di oleandri di diversi colori. Foglie e fiori oramai è difficile vederli perché coperti completamente. Stesso destino di alcune piante di rose e di una grande ginestra che si allunga alcuni metri. Per chi arriva la prima volta, all’apparenza sembra un manto bianco dopo una nevicata quasi impossibile a metà settembre. Ma avvicinandosi sempre di più e osservando con accuratezza la vegetazione, si nota chiaramente la grande quantità di lumache incastrate l’una all’altra come tasselli in pochi centimetri e senza la possibilità di muoversi. —


 

Riproduzione riservata © Il Piccolo