Il mistero dell’appello per la libreria Saba di Trieste
TRIESTE Sulla serranda della libreria Saba sono comparsi da alcuni giorni due cartelli. Il primo recita “Chiuso per malattia”. Il secondo contiene un messaggio di affetto e vicinanza. A firmarlo “Gli intellettuali di Trieste”, che scrivono: «Auguri vivissimi di pronta guarigione a Mario Cerne (il titolare dell’attività ndr). La storica libreria deve tornare al più presto a essere il vero ufficio informazioni del turismo triestino». La cosa singolare, però, è che né del primo né del secondo cartello si conosce l’autore.
Lui, Cerne, spiega di non aver lasciato all’ingresso alcuna “comunicazione di servizio” e di ignorare l’identità dei mittenti del secondo testo, da cui è comunque rimasto colpito positivamente. «Io non c’entro nulla, non so davvero chi siano. Però mi fa molto piacere che abbiano lasciato questo scritto» commenta il titolare, annunciando l’intenzione di riprendere al più presto le redini del suo “antro oscuro” e di riaprirlo appena si sarà rimesso in sesto, al massimo tra un paio di settimane.
L’episodio ha fatto comunque riscoprire «una sensibilità che a Trieste pensavo non esistesse più», osserva il naturale erede della libreria che nel1958 vide suo padre diventare unico proprietario del negozio dopo la morte di Saba. «Sono stati molto accurati gli autori - continua -, hanno messo il foglio di carta in una busta di plastica, vuol dire che hanno pensato che doveva rimanere lì, altrimenti la pioggia lo avrebbe sgualcito. E hanno lavorato di fantasia, con tutti i negozi chiusi che ci sono in giro, hanno pensato proprio al mio. Infatti qualche mio amico mi ha chiamato per raccontarmi di questa cosa e mi ha detto “vedi, ti vogliono bene”».
Le stesse righe fanno comprendere perché si sono soffermati proprio su questo pezzo di storia: lo descrivono appunto come il «vero ufficio informazioni del turismo triestino». Spiega meglio Cerne che cosa volessero dire: «È l’unico ufficio che dà informazioni su Umberto Saba, semplice».
Oltre alla tomba, al busto al Giardino pubblico, alla statua nella stessa via San Nicolò all’incrocio con via Dante e l’itinerario ideato da Renzo Crivelli, che segna gli edifici dove sono passati o hanno vissuto in qualche modo anche Joyce e Svevo, e ovviamente la libreria, non c’è altro in città che parli di Saba, fa notare Cerne. E dunque rimangono lui e il suo negozio a ricordare il poeta triestino, assieme ai tantissimi volumi appoggiati sugli scaffali. Tanto che in tutto il periodo di convalescenza, Cerne ha ricevuto quasi una decina di mail di studenti da tutta Italia, da Bari a Udine, che hanno scritto al libraio per avere informazioni su Saba. E chissà quante occhiate a forma di punto interrogativo ha ricevuto la vetrina prima che apparisse il cartello “chiuso per malattia”, vedendo al storia libreria chiusa. Ma per fortuna riaprirà a breve.
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