«Il mio campo resta vittima dei cinghiali» Il frutticoltore Ferluga ribussa in Regione

TRIESTE
È sempre guerra con i cinghiali per Vincenzo Ferluga, ultimo superstite, nella zona di Pisc’anzi, sopra Roiano, di una categoria ormai in via di estinzione, quella dei frutticoltori. Da anni questi animali, sempre più aggressivi, gli distruggono gli alberi da frutta. Ferluga si è rivolto in più occasioni alla Regione, che ha la competenza per le aree agricole.
«Ho chiesto di poter procedere in autonomia al loro abbattimento visto che sono cacciatore – spiega Ferluga – ma mi hanno risposto di no. Ho allora domandato un risarcimento, perché ogni anno perdo dai 40 ai 60 alberi a causa dei cinghiali, ma le cifre che mi hanno proposto non esito a definirle irrisorie e fuori mercato».
Da mezzo secolo Ferluga lavora un appezzamento di terra dotato di circa 600 piante da frutta, che danno soprattutto susine e amoli, ereditato da uno zio che, prima di lui, faceva lo stesso lavoro. «Oramai – evidenzia Ferluga, oggi 68enne – sono all’ordine del giorno gli attacchi alle mia piante da parte dei cinghiali, che si avvicinano alla città sempre di più, anche perché si moltiplicano a dismisura. Ed essendo molto numerosi sul territorio, sono di conseguenza costretti a cercare il poco cibo che c’è in giro nel circondario di Trieste, assaltando anche i miei terreni».
Dalla Regione però arrivano le spiegazioni di Dario Colombi, vicecapo del Servizio caccia e risorse ittiche: «La legge non ammette deroghe per quanto riguarda l’abbattimento, riservato esclusivamente alla Guardia forestale, perciò la qualifica di cacciatore non legittima Ferluga a esercitare quest’attività. Ricordo poi – aggiunge Colombi – che avevamo predisposto un recinto trappola nel terreno di Ferluga, proprio su sua richiesta, capace di ingabbiare anche una ventina di cinghiali alla volta, ma a un certo punto, per ragioni che non conosciamo, lo stesso Ferluga ha cambiato il lucchetto all’ingresso, impedendoci di fatto di entrare e rifiutando di spiegare il perché di tale suo comportamento. Per quanto concerne infine l’entità dei risarcimenti che Ferluga contesta – conclude il funzionario regionale – non possiamo fare altro che applicare la legge, che ne definisce l’ammontare, perciò le sue proteste al riguardo sono inutili, perché la Regione nulla può sull’argomento».—
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