Il ministro Toninelli sul giro d’aria, spunta l’ipotesi del triestino Patuanelli
TRIESTE C’è l’ipotesi di Stefano Patuanelli ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. E pure quella di Massimiliano Fedriga commissario Ue. Voci che rimbalzano da Roma il giorno dopo i ballottaggi di una tornata elettorale che ha dato ancora più forza alla Lega e ancor più indebolito il Movimento 5 Stelle.
Tra i grillini, peraltro, pare esserci aria di ricambio, anche se Patuanelli, il diretto interessato, non aiuta a fare chiarezza. Il senatore triestino, capogruppo M5S a Palazzo Madama, non commenta la voce che circola a Roma e che lo vorrebbe ministro delle Infrastrutture. Se infatti Danilo Toninelli, a marzo, smentiva seccamente «le fantasiose e ridicole ricostruzioni di stampa in cui si sostiene che avrei ventilato o minacciato le dimissioni a margine dell’incontro sul progetto Tav Torino-Lione», stavolta l’ipotesi del passo indietro, anche se tutto fuorché volontario, ha più fondamento. Con Patuanelli favorito per la successione. Accadesse, il Fvg recupererebbe un ministero che fu di Giorgio Santuz a fine anni Ottanta nel governo De Mita.
Il triestino si ritroverebbe a gestire in particolare la patata bollente della Tav. Vicenda sulla quale ha già espresso chiaramente la sua linea quando, a fine 2018, esultò al via libera della commissione Lavori pubblici del Senato allo schema di contratto di programma 2017/21 tra il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Rete ferroviaria italiana, un documento che, secondo i grillini, avrebbe segnato la «pietra tombale» dei progetti Tav da Venezia a Trieste. Di certo, prendesse il posto di Toninelli, Patuanelli non potrebbe essere accusato di sgambetto visto quanto dichiarato a fine maggio: «Danilo è il miglior ministro delle Infrastrutture della storia della Repubblica».
Quanto al fronte Lega, visto il 34% conquistato alle europee, Matteo Salvini non avrebbe dubbi sul colore del commissario europeo che tra due settimane il governo gialloverde dovrà indicare per Bruxelles. Le caselle più appetibili, su cui entrambi i movimenti hanno messo gli occhi, sono quelle della Concorrenza e dell’Industria e, per il Carroccio, si fanno già nomi di tre esponenti di palazzo Chigi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana e il sottosegretario agli Esteri Guglielmo Picchi, anche se qualcuno avanza pure le candidature dei presidenti del Fvg Fedriga e del Veneto Luca Zaia. Al momento il leader leghista si limita però solo a un identikit: «Non ho nomi e cognomi in testa, ma ho ben chiari gli obiettivi e bado alla sostanza: dovrà esserci qualcuno a difesa degli interessi delle imprese e dei lavoratori italiani». —
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