Il ministro agli Affari regionali: «Giusta pausa di riflessione su Sappada»

Costa, oggi a colloquio con il sindaco, difende la scelta del Senato. «Ma la specialità non si discute»

TRIESTE. Si limita a «comprendere le considerazioni» di amministratori e cittadini ma propone una pausa di riflessione. Di certo, non promette ai sappadini alcunché.

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Nemmeno di fare chiarezza, in un senso o nell’altro: riaprire la partita del trasferimento della località montana bellunese o chiuderla definitivamente, nonostante il referendum del 2008 e la richiesta a larghissima maggioranza (il 95% di voti a favore) di entrare in Friuli Venezia Giulia.

Enrico Costa, ministro per gli Affari regionali oggi in regione, si esporrà probabilmente oggi, nel pomeriggio a Udine, quando il sindaco Manuel Piller Hoffer pretenderà una risposta. Alla vigilia del confronto sul territorio, il ministro si espone peraltro sul tema generale della specialità. Promuove quella del Friuli Venezia Giulia e non nega la legittimità dell’azione del Veneto di acquisire più autonomia. Perché, assicura Costa, «non si tratta di togliere alle Regioni a Statuto speciale, ma di aggiungere alle ordinarie».

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Sappada

Il trasferimento di Sappada in Fvg si è arenato in Parlamento. Non le pare uno schiaffo alla richiesta chiara dei sappadini? Comprendo le considerazioni degli amministratori e dei cittadini, ma è giusto riflettere su quale sia il percorso più efficace per garantire maggiori autonomie ai territori che le reclamano.

Luca Zaia chiede più autonomia per tutto il Veneto. Cosa ne pensa della strada intrapresa per l’indipendenza? Il governo consentirà questo percorso? Si tratta di una scelta della Regione, che è legittima. Sarà tuttavia ora importante cominciare a discutere del merito della proposta.

Dal Veneto arrivano però lamentele sempre più nette nei confronti dei presunti privilegi delle autonomie.  La richiesta che ci è arrivata dal Veneto, di attuare il III comma dell’articolo 116 della Costituzione, va nella giusta direzione e, laddove venissero riconosciuti degli spazi di autonomia, non sarebbero certamente privilegi. Non si tratta di togliere alle Regioni a Statuto speciale, ma di aggiungere alle ordinarie.

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Una veduta del centro di Sappada

Non crede che sia tuttavia in atto un attacco alle autonomie da parte del potere centrale? Qual è il futuro della specialità? Lo ripeto: il percorso delineato dall’articolo 116 è il più costruttivo e il più lineare. Altri percorsi sono legittimi ma poco organici.

Come giudica l’uso della specialità in Friuli Venezia Giulia?  Positivamente. Il Fvg ha utilizzato al meglio i poteri conferitigli dallo Statuto. Ne è prova il fatto che le commissioni Paritetiche hanno prodotto significativi risultati con norme di attuazione che hanno garantito una gestione dinamica dell’autonomia.

Che ne pensa nel metodo e nel merito della proposta di macroregione del Nordest? Non entro nel merito, anche se mi pare che abbia una valenza più politica che tecnico-giuridica.

Con lo Stato la Regione Fvg ha chiuso l’accordo Serracchiani/Padoan. Ritiene che vada rivisto alla luce della riforma costituzionale? E quali garanzie ci sono che quella riforma non incida sull’autonomia? L’accordo economico-finanziario va rivisto perché scade nel 2017 e il tavolo è già stato insediato, ma non ha alcuna relazione con la riforma costituzionale.

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