Il ministero riabilita Lorito, ora in pensione

Revocata dal capo della Polizia la sospensione dell’incarico. L’ex investigatore: risarcimento morale
L'ex funzionario della Polizia Carlo Lorito
L'ex funzionario della Polizia Carlo Lorito

Assolto. Non colpevole perché il fatto non sussiste. E adesso anche dallo Stato arriva per Carlo Lorito, ora in pensione, già all'Anticrimine di Venezia ai tempi delle Brigate rosse, e poi capo delle Squadre mobili di Trieste e Gorizia, un riconoscimento della sua estraneità ai fatti. Dopo che anche la Cassazione l'ha assolto con formula piena facendolo uscire da un incubo durato sei anni e mezzo, la Questura di Gorizia ha notificato la sentenza al Ministero degli interni.

E su iniziativa del capo della Polizia Alessandro Pansa è stato emesso un decreto a firma dello stesso Pansa che revoca gli effetti legali della sospensione dall'incarico di Lorito. Dal momento della sospensione a Lorito era stato tolto lo stipendio. Percepiva solo un assegno sociale inferiore rispetto al suo stipendio base del 65 per cento.


Ad arrestarlo, a mettergli le manette ai polsi, il 17 novembre del 2007 nella sua abitazione triestina furono gli uomini della Squadra mobile di Trieste, gli stessi uomini che lui per anni aveva diretto. A coordinare l'arresto fu Mario Bò, allora capo della Mobile e ora indagato per falso in un procedimento avviato da un esposto dello stesso Lorito e che coinvolge anche l'ispettore Alessando Valerio. La prossima udienza di questo processo è fissata per il prossimo 19 novembre. Dal momento dell'arresto per Lorito era scattata automaticamente la sospensione dal lavoro.

Da quell'istante non ha più messo piede nel suo ufficio e dietro la sua scrivania. Lo Stato, ora, dopo che la Giustizia ha riconosciuto la sua innocenza, ha preso atto dell’assoluzione e di conseguenza gli riconoscerà quanto dovuto in termini di indennità, stupendi, scatti di anzianità e quanto non percepito dal poliziotto negli anni d’inferno che lo avevano fatto passare per traditore, corrotto, corruttore. Da poliziotto di rango, insignito della Medaglia d'oro al merito di servizio, lodi ed encomi a un'impianto accusatorio che ne aveva distrutto la figura pubblica e la carriera. La cifra che lo Stato gli deve risarcire per gli anni di sospensione dal lavoro non è stata ancora quantificata. «Per me rappresenta intanto un risarcimento morale - spiega Lorito -: se avessi l'età per riprendere a lavorare, dopo questo decreto avrei potuto rientrare in servizio».

Una soddisfazione dopo un lungo calvario giudiziario. Carlo Lorito da quando ha compiuto 60 anni è in pensione. «Se non ci fosse stato questo incidente di percorso - valuta - con un'eventuale promozione sarei rimasto al lavoro fino a circa 63 anni. Nel mio caso dalla sospensione alla pensione sono passati 2 anni e 7 mesi». È quel periodo che a livello contributivo andrà quantificato. Intanto i legali di Lorito hanno presentato istanza per ingiusta detenzione: 80 giorni di carcere, a questo punto ingiusta, trascorsi nella prigione di Santa Maria Capua Vetere e poi ai domiciliari.
Laura Tonero

Argomenti:poliziaquestura

Riproduzione riservata © Il Piccolo