Il metodo “prussiano” e l’approccio creativo
I diversi stili di lettura di Ennio e Liliana, ex prof affamati di sapere

Lasorte Trieste 03/01/18 - Via Montebello, Bianchet, Biblioteca
«Mio marito legge come un treno in corsa, 5 o 6 libri alla volta», dice Liliana Zussino. Il diretto interessato, Ennio Bianchet, aggiunge: «Mia moglie più saggiamente legge quello che vuole, quando vuole». Dopo 55 anni di matrimonio, oltre 6mila volumi collezionati e due vite spese per la scuola, i due docenti di Lettere in pensione sono ancora innamorati. In primis della cultura. Racconta Ennio: «Ho iniziato a catalogare i miei libri esattamente 63 anni fa, i primi di gennaio del 1955. Da allora per ogni volume annoto titolo, data di acquisto, data di lettura e, da quando c’è mia moglie, se la lettura è avvenuta da parte di entrambi oppure di uno solo dei due».
Quando iniziò la sua collezione, Ennio studiava Lettere classiche all’Università di Trieste, dove Liliana si iscrisse l’anno successivo. Per incontrarsi dovettero tuttavia aspettare la fine del percorso accademico. Parla lei: «All’università la nostra era una conoscenza per così dire burocratica. Lo odiavo perché era sempre circondato da belle ragazze». Si difende lui: «A Lettere eravamo 15 uomini e 300 donne: anche il meno intraprendente sarebbe stato circondato, per legge statistica. Inoltre vendevo gli appunti delle lezioni: ecco perché si avvicinavano a me». Il destino volle che nel 1961 Liliana ed Ennio si ricontrassero a Sacile, dove entrambi avevano iniziato ad insegnare, dopo la laurea. Prosegue Ennio: «Il 23 dicembre 1963 ci siamo sposati, abbiamo fatto il giro d’Italia in auto e siamo tornati a Trieste il 7 gennaio 1964. Da quel momento, oltre che le nostre vite, abbiamo unito le nostre biblioteche. Oggi la nostra collezione conta più di 6mila opere: me ne mancano circa 700 per poter dire di averle lette tutte». Nel perseguire l’impresa di finire di leggere tutti i libri che possiede, Ennio adotta un metodo che egli stesso definisce «prussiano». Spiega: «Apro il primo libro della giornata dopo pranzo, poiché la mattina non bisogna leggere ma agire. Nel primo pomeriggio mi dedico ai libri ammonticchiati su questa sedia. Al momento ne ho sette o otto in cantiere: sto rileggendo l’Edipo re di Sofocle (i classici greco-latini sono gli unici libri che riesco a leggere più di una volta); un volume di Laurence Sterne, autore inglese molto amato da Ugo Foscolo; “Il peso dello zaino” di Giulio Bedeschi, un libro sulla ritirata delle truppe italiane in Russia e il “Genji monogatari”. Quest’ultimo è un romanzo fondamentale per la letteratura giapponese, composto dalla scrittrice e dama di corte Murasaki Shikibu più di mille anni fa. Lo acquistai nel 1974: finalmente lo sto leggendo».
Si arriva così al tardo pomeriggio: per Ennio è il momento di spostarsi sul tavolo del soggiorno e di tirare fuori il leggìo. Quest’ultimo è un supporto necessario per il peso della lettura dell’ora dell’aperitivo: Ennio esibisce adesso un enorme tomo, del formato di un giornale quotidiano ma spesso come un dizionario: «È una ristampa completa de “L’Ordine Nuovo” di Antonio Gramsci». Non pago di ciò, riattacca dopocena: «Se non leggo poi non dormo, il che comunque non avviene prima dell’una o una e mezza». Liliana come lettrice non è da meno, segue tuttavia una condotta meno rigorosa e più creativa. «Sono riuscita a far sì che i miei alunni leggessero più di tutti quelli delle altre classi. Come? Non obbligandoli né a leggere né a fare i riassunti di quanto avevano letto: chi è costretto finisce per scegliere i volumi più sottili. Lasciando scegliere i titoli in libertà, i ragazzi si dimostrano invece curiosi e desiderosi di imparare. Lo stesso metodo applico anche alle mie letture: a differenza di mio marito, seguo l’ispirazione del momento e, se una non mi piace, mi sento libera di non finirla. Ora sto leggendo Don Ciotti e Fabrizio Gatti. Tengo le pubblicazioni sul divano, la mia postazione. Mi è capitato anche di rileggere dei testi più e più volte: è successo con “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e… con il “Decamerone” di Boccaccio: anche se qualcuno dirà che una signora della mia età non dovrebbe leggere certe cose».
La biblioteca di Liliana ed Ennio occupa l'intero loro salotto, impedendo l'accensione del termosifone, che rischierebbe di dar fuoco alla carta. Molte scansie sono su misura, alcune ricavate addirittura dai lettini in legno delle figlie da neonate. Concludono: «La distribuzione segue una logica: la letteratura, la storia e la letteratura greco-latine, la storia dal Medioevo all’Ottocento e la storia contemporanea. Abbiamo poi opere di religione, cinema, musica, storia dell’arte, fotografia, psicologia, geografia, filosofia, politica. Ci sono anche due discografie, quella dei vinili e quella dei cd. Tutti i libri andranno in eredità a nostra nipote Anna, i dischi a suo fratello Paolo».
5. - continua
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