Il “mentore” di Steve Jobs «Studiate e non fermatevi»

Marco Landi alla rasssegna della Cattedra di San Giusto Presidente della Apple negli anni ’90 ha raccontato la sua storia e dato consigli



Conoscere, studiare, formarsi e non fermarsi. C’è un messaggio antico e sempre attuale da indirizzare alle nuove generazioni e a (ri)formularlo attraverso le pagine della sua biografia questa volta è Marco Landi, uno che in vita è partito vendendo scarpe dal suo paese in Toscana per approdare poi ai vertici della grande industria in campo internazionale, divenendo negli anni ’90 presidente della Apple, periodo che lo vide tra l’altro reclutare, anzi, scommettere nuovamente, su un certo Steve Jobs.

Classe 1945, ingegnere, laureatosi a Bologna con una tesi quasi premonitrice, incentrata sul digitale, un tema che alla fine degli anni ’60 era quasi fantascienza, Marco Landi è stato ieri il primo relatore di “Incontri con l’autore”, il ciclo a cura della Cattedra di San Giusto della Diocesi organizzato in collaborazione con il Club della Repubblica e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste, ottava edizione allestita nell’Auditorium del Museo “Revoltella”.

Parlata agile, penna fruibile, uno dei mentori di Steve Jobs ha presentato al pubblico Da Chianciano a Cupertino – Biografia di un manager italiano ai vertici della Apple (Ed. Autori d’Impresa), un lascito di memorie, aneddoti e “istruzioni per l’uso” rivolte ai giovani, specie a quelli più distratti che coinvolti dalle tecnologie moderne e dai reali potenziali in chiave di affermazione e progresso. Carriera intensa la sua, disegnata soprattutto tra sedi estere, come Francia, America e Cina, e sfociata nel ruolo di “Chief Operating Officer” della Apple, prima del ritorno in patria per fare l’investitore, ricoprire attualmente la carica di presidente della Digital Box e nel contempo mettersi a disposizione dei giovani per cercare di trasmettere piccole nozioni per grandi trame. Partendo magari da un assunto: «Non cercate il posto fisso – ha sottolineato Marco Landi – non può oramai resistere in una società così liquida e mobile. Non andate via dall’Italia ma se lo fate, allora formatevi, studiate e poi tornate a casa e mettete a disposizione la vostra esperienza».

Nel messaggio di Landi trovano posto diverse tinte narrative, dalle stoccate al mondo della scuola, sprovvisto di competenza sul tema delle tecnologie, a quello della presunta commistione tra la Fiat e il mondo della politica. Romantiche invece le chiavi illustrate alla base del suo successo, una ricetta poco virtuale e piuttosto efficace, tradotta nell’influenza delle sue donne di vita, la madre e la moglie («Mi hanno sempre stimolato a formarmi e a conoscere») e all’elemento fondamentale per eccellenza, la salute. Nel coacervo di moniti e soluzioni, non manca una cartolina per Steve Jobs, rilanciato anche da Landi dopo una cacciata da Apple: «Un genio assoluto, abile in tutti i campi. Duro da gestire ma capace di coniugare creatività e bellezza». –



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