Il megayacht “Nativa” fa il tagliando

Di proprietà dell’imprenditore veneto Peruzzo, lo scafo è al Polo Nautico in canale navigabile
Lasorte Trieste 15/05/14 - Canale Navigabile, Barca a Vela, Nativa
Lasorte Trieste 15/05/14 - Canale Navigabile, Barca a Vela, Nativa

La sagoma imponente dello scafo, di colore blu, non può certo passare inosservata, così come le linee tecnologiche e lussuose allo stesso tempo. A distanza di pochi giorni dall'arrivo di Tatoosh, il mega-yacht del miliardario statunitense Paul Allen, co-fondatore della Microsoft insieme a Bill Gates, un'altra imbarcazione di lusso è ormeggiata in questi giorni al Polo Nautico di Trieste, nelle acque del canale navigabile della zona industriale. Si tratta di “Nativa”, primo yacht uscito dai cantieri veneziani di Arzanà Navi: 48 metri di lunghezza (158 piedi), 280 tonnellate di peso ed un albero di 62 metri. Lo scafo in alluminio è stato progettato dallo studio “Bill Tripp”, uno dei “disegner” più famosi al mondo nel settore dei maxi-yacht. L'armatore di “Nativa”, che nel 2015 sarà affiancata da una imbarcazione gemella, è l'imprenditore padovano Alberto Peruzzo, a capo della Proinvest Holding spa, società che si occupa di finanza, energia, editoria, industrie grafiche e cantieristica navale. “Nativa”, consegnata nel 2013, è stata presentata in anteprima mondiale al Monaco Yacht Show di Montecarlo ed ha debuttato alla Rolex Cup di Porto Cervo. L'imbarcazione di lusso si fermerà al Polo Nautico di Trieste fino a fine mese e si sottoporrà ad una serie di lavori, realizzati da aziende locali specializzate nel settore: in particolare, si interverrà sulle vele, che assumeranno forme ancora più ottimali e performanti, ma anche sulla meccanica e l'elettronica, attraverso la taratura delle strumentazioni di bordo. Sarà implementato anche l'arredamento interno, in cui trovano spazio cinque cabine per gli ospiti, caratterizzate da linee moderne e raffinate, cui si aggiunge una suite armatoriale, ed una vasca idromassaggio a poppa. Di particolare effetto il disegno tecnologico e aerodinamico che si basa sul concetto di “open space”: e proprio in questa direzione si inserisce la grande sovrastruttura vetrata centrale, molto diversa dalla disposizione consueta delle imbarcazioni a vela, con l'obiettivo dichiarato di unire le prestazioni al comfort di uno yacht a motore.

Dopo “Tatoosh” e “Nativa”, a staccare il biglietto del tagliando di controllo nelle acque triestine, sarà “Galileo G.”, yacht a motore di 55 metri in acciaio, progettato dai cantieri Perini Navi, già in arsenale per le operazioni di carenaggio. L'ennesima dimostrazione dunque di come le aziende locali che operano all'interno del Polo Nautico di Trieste si confermino all'avanguardia nel settore della cantieristica. Una rete di imprese del territorio che fa capo alla Trs (Trieste Refitting System): uno strumento attraverso il quale viene portata avanti una operazione di marketing internazionale che si concretizza con il continuo arrivo nelle acque del canale navigabile di yacht di lusso.

Pierpaolo Pitich

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