Il massacro di Srebrenica diventa un videogame

Macabri combattimenti online nei luoghi del genocidio ricostruiti fedelmente Esplode lo scandalo e la versione balcanica di Counter Strike viene cancellata

Risalire all’identità degli autori dell’iniziativa è impossibile. Già protetti dall’anonimato del web, dopo lo scoppio dello scandalo hanno cancellato con successo tutte le proprie tracce. Ma qualcosa ancora rimane, nelle cache di Google e negli screenshot scattati da vari media bosniaci. Qualcosa rimane di “Srebrenica 95”, controverso videogioco online “sparatutto” che ha scandalizzato i Balcani. Videogioco che era appunto ambientato nell’enclave bosniaca protetta solo virtualmente dai caschi blu dell’Onu, teatro nell’estate di poco meno di vent’anni fa del più orribile massacro su larga scala della storia europea dopo la Seconda guerra mondiale.

Ma per i giocatori che per giorni si sono cimentati in “Srebrenica 95” non doveva essere un problema quello di svagarsi nel chiuso delle proprie camerette immaginando di combattere nei luoghi che videro compiersi la mattanza. Non era un problema per i giocatori, in gran parte adolescenti «provenienti da Croazia, Serbia, Bosnia-Erzegovina», che erano al contrario entusiasti dell’idea. La riprova, il gran numero di immagini e scene del videogame postate sull’omonima pagina Facebook, come ha denunciato mercoledì pomeriggio il quotidiano sarajevese Dnevni Avaz, mentre ieri le Madri di Srebrenica hanno definito il gioco «malsano» e «offensivo delle vittime» e chiesto a gran voce «una legge contro il negazionismo di crimini di guerra e genocidio».

Altre testate della regione, nel frattempo, suggerivano che forse i giocatori di “Srebrenica 95” erano troppo giovani per capire di «stare sostenendo inconsapevolmente un genocidio». Inconsapevolmente o no, a decine si sono sfidati in una versione modificata di Counter Strike, videogioco sviluppato dalla Valve Corporation una decina di anni fa. Counter Strike che rappresenta ancora lo standard degli “sparatutto” multiplayer, con «team da tutto il mondo che dimostrano la loro abilità» e la bontà delle loro «strategie in tornei regionali e internazionali», illustra l’azienda produttrice. Come funziona? Di fatto, Counter Strike permette di calarsi in scenari di battaglia, utilizzando vari tipi di arma, sfidando online avversari di tutto il mondo. Scenari che si basano su mappe che possono essere costruite artigianalmente anche dai giocatori stessi. E proprio in questo modo è nata quella battezzata “Srebrenica 95”.

Ma il macabro divertimento è durato poco. Dopo che la notizia ha iniziato a circolare, una marea di segnalazioni ha portato all’eliminazione della pagina Fb che propagandava il giochino, mentre sul server chiamato “Berane CW”, dove s’incontravano gli appassionati di “Srebrenica 95”, ieri pomeriggio non c’era nessuno. “Srebrenica 95” che è solo l’ultimo della serie di controversi videogiochi ispirati alle tragedie balcaniche.

Moltissimo aveva fatto discutere, due anni fa, l’annuncio dello sviluppo di Sniper Ghost Warrior 2, con annessa improbabile missione “Sarajevo Urban Combat”, in cui un militare straniero doveva sfuggire ai serbi cattivi, salvare i compagni e dileguarsi.

Sì, per qualche sviluppatore è possibile anche pensare di sfruttare gli orrori dell’assedio della capitale bosniaca per creare un passatempo di successo, tra granate, esplosioni, civili che scappano e cecchini che sparano, «uomini che vedono quello che altri non possono vedere». Molto meno raffinato, anche dal punto di vista tecnologico, il giochino in Flash sviluppato nell’agosto 2012 dagli ultranazionalisti serbi del movimento “Nasi”, un altro sparatutto dedicato in questo caso alla Nato e pensato per dire no alla partecipazione degli aerei dell’organizzazione, ai «criminali Nato», a un raduno aeronautico in Serbia. Protagonista del giochino, un ragazzo che risponde agli attacchi dei caccia dell’Alleanza atlantica cercando di abbatterli. Nasi che, in precedenza, avevano divulgato anche il controverso gioco «Shoot the Pussy Riot». Giochi violenti e da mettere alla gogna, assieme ai futuri epigoni di “Srebrenica 95” o di “Sarajevo Urban Combat”.

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