Il marito di Liliana: «Mi fa troppo male pensare che possa essersi uccisa. Forse nascondeva qualcosa»
La reazione del compagno di Lilly dopo le indiscrezioni sulla perizia.
«Mi è preso un colpo. Penso a cosa può essere accaduto ma vedo il buio»
TRIESTE «Quando mi hanno riferito di questa indiscrezione, mi è preso un colpo. Mi chiedo, dove può essersi nascosta Lilly per quasi venti giorni?». Il marito di Liliana Resinovich ieri è stato informato ieri nel tardo pomeriggio delle conclusioni a cui sarebbero arrivati i consulenti della Procura. Conclusioni a cui Sebastiano Visintin - che, assistito come parte civile dall’avvocato Paolo Bevilacqua, non ha nominato un consulente di parte -, a cui stenta a credere. «Dove sarebbe stata Liliana una volta uscita di casa visto che non sono state trovate sue tracce da nessuna parte? Mi pare tutto veramente strano e incredibile: penso a cosa possa esserle accaduto, ma davanti a me ho il buio, non trovo spiegazioni plausibili e che trovino conferma in una simile ricostruzione».
Visintin fa fatica anche a reggere la notizia che la sua Lilly si sia suicidata: «Mi fa male, ma evidentemente celava qualcosa che non conosceva nessuno - sostiene -. Da quando era andata in pensione era cambiata: le mancava la quotidianità, i colleghi, anche alcuni amici si erano accorti che qualcosa non andava. Era sempre chiusa in se stessa, e il lockdown può aver contribuito a peggiorare le sue condizioni». Ma esiste un luogo dove, secondo il marito, Liliana potrebbe essersi nascosta per così tanto tempo? «Il nostro vicino di casa aveva avanzato l’ipotesi potesse essere in quelle case abbandonate nell’ex Opp - riferisce il marito -, ma io non passo in quella zona da quando è stato trovato il suo corpo perché mi fa male, mi crea tanta sofferenza. Magari si era nascosta da qualche parte portandosi dietro qualcosa da bere e da mangiare. Ho tanti dubbi, non trovo risposte». — l.t.
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