Il marito di Liliana: «Ben venga la riesumazione. Poi lasciatemela cremare»
Il marito della donna, Sebastiano Visintin: «Mi auguro che l’accertamento possa fare luce. Sono sereno anche se per un anno e mezzo mi hanno accusato di cose tremende e dolorose»
Sebastiano Visintin, si aspettava la riesumazione del corpo di sua moglie?
Il tema era già emerso nelle scorse settimane in tv, in modo un po’ azzardato. Ma non pensavo che si arrivasse a questo, pensavo fosse solo un’eventualità, un’ipotesi.
Cosa prevede ora?
Non so cosa potrà portare la riesumazione. A questo punto non mi resta che dire... ben venga, se ciò può dare risposte. Auguro alla dottoressa Cattaneo di trovarle. E dopo di questo spero finalmente di avere il nulla osta da parte della Procura per poter cremare il corpo di Liliana.
Ne avevate parlato quando lei era in vita?
Anni fa quando avevo avuto uno scompenso cardiaco ed ero ricoverato in rianimazione per una settimana. Dopo essermi svegliato le dissi: “Liliana, se dovessi morire vorrei la cremazione e le ceneri sparse nel mare”. Lei rispose: “Guarda Sebastiano, anch’io vorrei la stessa cosa. Non voglio che nessuno venga a piangere sulla mia tomba”.
Ritiene che in questi due anni di indagine ci sia stato qualcosa di intentato o che si poteva fare meglio? O che ci siano stati ritardi?
Forse tutto è partito con l’idea del suicidio, perciò tante cose sono riamaste trascurate. I telefoni di Liliana sono stati presi dalla Polizia parecchio tempo dopo la scomparsa. Anche i miei sono stati presi molti mesi dopo, forse dopo un anno... non ricordo esattamente.
L’ipotesi del suicidio la convince?
Sono in conflitto. Ma tutto pare portare a questo... gli oggetti che Liliana aveva lasciato a casa, il modo con cui era uscita e tutte queste storie sul presunto amante. Però penso anche se è successo qualcosa, è accaduto nella cerchia delle sue conoscenze. Non voglio accusare nessuno, per carità, spero solo che arrivino risposte.
Come sta vivendo questa situazione, anche sul piano mediatico?
Un anno fa ero sconvolto, ma avevo il desiderio di raccontare della mia vita con Lilly. Comunque dentro di me sono sempre stato sereno perché ho sempre avuto la consapevolezza di non aver mai fatto niente a mia moglie che potesse aver portato a quello che è successo. Però per un anno e mezzo sono stato accusato di essere un assassino e mio figlio complice. Sono cose tremende e dolorose, ma che ho superato. La gente ora mi ferma e mi dice “Sebastiano, siamo tutti con te”.
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