Il mare e le vele arrivano in periferia, grande festa tra la gente a Melara

TRIESTE. Lo scorso anno la Barcolana 50 si era presentata come la regata dei record e, a conti fatti, non aveva deluso le aspettative. Difficile replicare un’annata storica ma, alle iniziative di maggiore successo e partecipazione, non si è voluto rinunciare in questa edizione 2019 “di rilancio” e assestamento. Ecco allora che ritorna, al quadrilatero di Melara, la seconda edizione dell’evento “Una regata fatta di persone”, con l’obiettivo di portare la festa nei luoghi più lontani dal campo di regata e dal salotto buono della città.
Quella che, verace, partecipata, sentita e allegra, si è svolta appunto ieri nel comprensorio del quadrilatero che lo scorso anno era stato reso più vivace grazie al murales che portava il mare tra il cemento armato realizzato da Davide Comelli e donato dalla Svbg agli abitanti di Melara. Il dipinto è ancora lì a far da cornice alla festa, con i suoi colori esuberanti a testimoniare che il mare non conosce confini.
«Mi fa molto piacere iniziare da Melara che lo scorso anno ci ha portato bene, la settimana clou della Barcolana – ha detto il presidente Mitja Gialuz presente all’iniziativa con il suo omologo dell’Ater Riccardo Novacco –. Il mare arriva fino a qui perché è l’elemento fondamentale di tutta Trieste. Dal mare viene la ricchezza e la speranza del futuro. Oggi il nostro mare soffre – ha aggiunto Gialuz – perché è pieno di plastica. Dovere di tutti è farsi carico del cambiamento».
Fortemente simbolici sono anche i regali che quest’anno, forse per ricambiare il dono fatto dalla Barcolana lo scorso anno, Melara ha deciso di dedicare alla regata. Si tratta di due installazioni composte da plastica riciclata e assemblate dalle “nonnine” di Melara che, dolcissime, hanno presentato ieri le loro opere assieme all’operatrice Andrea Saturno che le ha coordinate. Con un’età variabile tra i 70 e i 90 anni, hanno tagliato la plastica, bruciacchiato i lembi, cucito le vele, per creare una nave, battezzata “Lady Melara” e “L’albero della vita”, due opere che, appunto, faranno bella mostra di sé nel cuore della manifestazione velica.
Per un’ora e mezza si parlato e cantato di mare con l’ormai “veterana” Katia Valenti, che si è esibita nella popolare “Bavisela”, nell’impegnativa “Vivo per lei” in coppia con Edwin e, infine, nella “Voce del silenzio” di Mina. La scena però è stata tutta dei ragazzi del Gruppo vocale e strumentale della scuola Rismondo che hanno cantato diverse canzoni tra le quali “Lo scriverò nel mare”, bellissima trasposizione in musica dell’auspicio che trionfi il sorriso in un mondo senza divisioni. Come l’anno scorso, ad applaudire le esibizioni, gli abitanti del quadrilatero Melara, in un’arena che dovrebbe vivere più momenti come quello di ieri per rendere l’integrazione delle periferie un concetto reale e non solo uno sporadico auspicio.
L’evento di ieri è stato organizzato assieme all’Associazione culturale Melara, il Circolo Auser “Pino Zahar”, l’Istituto comprensivo Iqbal Masih, la Microarea di Melara, il Ricreatorio comunale “Anna Frank”, il Portierato sociale, il sindacato pensionati Sspi Cgil, il Comitato di quartiere e l’Associazione Melart.
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