Il “mangiar strano” e il liquore di cobra

E se l’Expo fosse l’occasione per mangiare davvero cibo internazionale, al grido di «lo famo strano», mettendo il cuore in pace per tutte le volte in cui nei paesi stranieri ci è venuta voglia di...
Di Pierluigi Depentori
12 Apr 2006, Tokyo, Japan --- An assistant to Chef Nihara Kazunori cuts fugu, or blowfish, at a restaurant in Tokyo Wednesday April 12 2006. Fugu can kill within the hour if it is not properly cleaned and prepared, and every year in Japan people die from consuming fugu that has been prepared incorrectly. The fugu chefs train for many years as apprentices before they are allowed to prepare the dish themselves . Photo by Eyal Warshavsky --- Image by © EYAL WARSHAVSKY/BAUBAU / JPN/Corbis
12 Apr 2006, Tokyo, Japan --- An assistant to Chef Nihara Kazunori cuts fugu, or blowfish, at a restaurant in Tokyo Wednesday April 12 2006. Fugu can kill within the hour if it is not properly cleaned and prepared, and every year in Japan people die from consuming fugu that has been prepared incorrectly. The fugu chefs train for many years as apprentices before they are allowed to prepare the dish themselves . Photo by Eyal Warshavsky --- Image by © EYAL WARSHAVSKY/BAUBAU / JPN/Corbis

E se l’Expo fosse l’occasione per mangiare davvero cibo internazionale, al grido di «lo famo strano», mettendo il cuore in pace per tutte le volte in cui nei paesi stranieri ci è venuta voglia di pasta e pizza? Girando tra i padiglioni, soprattutto quelli asiatici, c’è davvero di che sbizzarrirsi, e se siete tra il 92% degli italiani che non desidererebbe mai assaggiare cibi a base di insetti, è la volta buona per dimostrare coraggio gastronomico. Con un’avvertenza: sono state proibite alcune pietanze come la carne di cane e i datteri di mare, iscritti tra le specie protette.

Pesce palla. Partiamo dal fugu, il celeberrimo pesce palla messo alla berlina come uno fra i cibi più velenosi del pianeta. Solo pochi chef giapponesi riescono a prepararlo correttamente facendo perdere al pesce tutto il suo veleno e mantenendo solo la parte buona. Ma nonostante tutte le rassicurazioni, qualche timore resta.

Crocoburger. Lo Zimbabwe ha chiesto e ottenuto una deroga per poter far assaggiare la carne di coccodrillo, accompagnato da una bibita tipica locale, il Baobab. Ne hanno venduti circa mille al giorno, e le scorte sono già quasi esaurite.

Liquore di cobra. Nel padiglione del Vietnam c’è uno fra i liquori guardati con maggiore perplessità: quello a base di cobra. Si ottiene mescolando del riso al corpo del serpente, in un’infusione unica, e – dicono i vietnamiti – davvero gustosa.

Taro. Il tubero simile alla patata tanto famoso in Thailandia è in vendita sia come chips sia come “dolcetto” dissetante assieme al latte di cocco.

Alghe. Ma quale sarà mai il Paese che s’è inventato un panino alle alghe? Niente di esotico: il Belgio, che da tempo è precursore sull’utilizzo del cibo alternativo. Il nome è la cosa più invitante: weed burger.

Insetti. Sì, naturalmente ci sono anche loro. Basta fare un salto al Future food district di Coop per trovare coleotteri, bachi da seta, vermi al cioccolato, insetti d’acqua in pasta di chili, e molto altro. Provare per credere.

Vino di fiori. Nel padiglione della Corea del Sud ci sono tante specialità in grado di attirare per lo meno la curiosità, se non l’appetito, ma il top è sicuramente il vino di fiori, esaltato dai coreani come una delle bevande del futuro. Chissà che ne penseranno i nostri viticoltori.

I gelati. Sono tante le proposte per scacciare il gran caldo che si respira anche a Milano. La Bielorussia punta con decisione sul gelato alla vodka (e su cosa, sennò?), ma attenti a mettervi alla guida dopo pochi minuti. E se volete qualcosa di tipico ma di diverso, allora stavolta il Padiglione Italia fa al caso vostro: potrete degustare un cono al gorgonzola, oppure uno al pesto.

La pizza. E che c’entra la pizza con i cibi più strani? All’Expo c’è di tutto e non poteva mancare la pizza al ginseng. Italia e Corea mischiate assieme, con tocco di classe, ed ecco che il distretto “Cereali e tuberi” ha subito fatto registrare un gran pienone.

Lo scorpione al cioccolato. Dulcis in fundo, è proprio il caso di dirlo, torniamo al padiglione della Thailandia per un’altra leccornia a prova di stomaci coraggiosi: lo scorpione al cioccolato. I bambini thailandesi li mangiano addirittura vivi, qui per farli “digerire” li hanno ricoperti di una glassa al fondente. Chissà se basterà a convincervi a farne un sol boccone.

@pierdepe

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