Il lupo è arrivato sul Carso isontino: è la prima presenza nella zona
GORIZIA Ora la presenza del lupo nella provincia di Gorizia è certa. Un esemplare maschio adulto è stato travolto e ucciso ieri mattina lungo la strada del Vallone. L’animale era già stato avvistato da qualche automobilista di passaggio, ma non c’erano ancora prove oggettive che si trattasse effettivamente di un lupo. C’è voluto purtroppo l’incidente di ieri per averne la conferma definitiva.
L’investimento da parte di un veicolo sconosciuto è avvenuto nei pressi dell’abitato di Micoli. La carcassa è stata segnalata ai carabinieri alle 6.30 ed era ancora calda quando gli incaricati del recupero sono arrivati sul posto. Si presume quindi che l’incidente sia avvenuto intorno alle 6.20 o, comunque, non prima delle 6. Dai traumi riportati dall’animale l’impatto deve essere stato piuttosto violento.
In base a una convenzione tra la Direzione centrale Risorse agricole, forestali e ittiche della Regione, l’Università di Udine e l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, il lupo è stato consegnato al dipartimento di Scienze agroalimentari ambientali e animali dell’ateneo friulano. A esaminarlo saranno ora il medico veterinario Stefano Pesaro e il dottor Marco Bregoli. La collaborazione tra le tre realtà servirà ad ottenere dati di natura sia biologica, sia scientifica e alcuni campionamenti saranno messi a disposizione anche del Museo friulano di Storia naturale di Udine. L’obiettivo generale del progetto è capire lo stato di salute della fauna selvatica del Friuli Venezia Giulia.
Quello di ieri è stato il sesto lupo ad essere recuperato in regione dall’inizio del 2020. Come nel caso del Vallone, per questi animali la principale causa di morte è l’investimento. In attesa dei riscontri di natura prettamente scientifica, si può intanto dire che l’esemplare travolto tra Micoli e Palchisce aveva circa due anni, pesava poco più di 36 chilogrammi e si trovava in condizioni fisiche perfette. Rispetto allo sciacallo dorato, il lupo è più grande: il primo pesa mediamente 11 kg, il secondo oscilla tra i 30 e i 40. Anche se di dimensioni maggiori e più longilineo, nelle immagini scattate dalle fototrappole - in mancanza di riferimenti metrici - si fa fatica a distinguerlo dallo sciacallo e per questo la sua presenza sul territorio isontino non era stata ancora mai confermata in maniera ufficiale.
«Questo è il primo segnale di una presenza del lupo sul Carso goriziano e conferma sospetti che già avevamo. Apre uno scenario interessante: può trattarsi di un esemplare in dispersione alla ricerca di una partner con cui accoppiarsi. Ma da dove provenga e se abbia trovato una compagna, al momento è difficile da dire. Di certo, le analisi ci permetteranno di capire se appartiene alla popolazione slovena o a quella italiana o se, magari, è il risultato dell’incrocio delle due», spiega Stefano Filacorda, ricercatore e coordinatore degli studi sulla fauna selvatica dell’Università di Udine.
Di certo l’investimento conferma che la biodiversità del Carso goriziano è sempre maggiore. È di pochi mesi fa l’avvistamento di un orso che, nelle vicinanze di Peteano, si stava muovendo lungo la Strada provinciale 8. A trovarsi faccia a faccia con il grosso carnivoro era stato un rider goriziano e il suo passaggio era stato poi confermato da un’impronta ritrovata lungo un sentiero a Poggio Terza Armata da una gradiscana. «La presenza del lupo - prosegue Filacorda - cambia gli equilibri della zona perché ora lo sciacallo ha un predatore. Si potrebbe riequilibrare un sistema che al momento pende verso lo sciacallo. Il lupo, in ogni caso, ha areali che, semplificando, sono circa 15 volte maggiori. Questo significa che l’uno non si sostituisce all’altro. A Yellowstone, per esempio, l’introduzione del lupo ha portato alla diminuzione del coyote e all’incremento di specie in crisi come la lepre o il coniglio». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo