Il lancio di aziende hi-tech obiettivo del nuovo Ezit
Un ruolo di propulsore dell’industria hi-tech nuova frontiera dell’economia triestina e di gestore di Area2, la parte della Zona industriale che rientra, assieme alla Ferriera, nell’area di crisi industriale complessa disciplinata dall’Accordo di programma stipulato a Roma e che beneficia di 15,1 milioni di stanziamenti pubblici per veicolare nuovi insediamenti. È il nuovo ruolo che intende ritagliarsi Ezit dopo la revisione dell’ente prevista nell’ambito della legge regionale Rilanciaimpresa, approvata giovedì scorso e che la fa entrare nell’organizzazione dei Consorzi, ma senza pericolo di accorpamenti, con compiti di accompagnamento a favore delle imprese e un ruolo pilota appunto per l’attrazione di nuovi investimenti. Una soluzione che soddisfa Stefano Zuban nominato presidente nel novembre scorso.
Quando la legge sarà pienamente operativa anziché dal chilometrico consiglio di amministrazione appena scaduto e costituito da ben quindici componenti, il presidente (che è designato dalla Regione) verrà affiancato soltanto da due consiglieri: uno indicato congiuntamente dai Comuni sul cui ambito insiste lo stesso ente, cioé quelli di Trieste, San Dorligo e Muggia, e l’altro indicato dalle organizzazioni degli industriali e degli artigiani. «Una governance molto più snella che permetterà decisioni e interventi più rapidi - specifica Zuban - e che ci consentirà di svolgere con più efficacia le operazioni di marketing territoriale per la vendita di aree, mentre al contrario non saremo più appesantiti da quelle pratiche autorizzative che vengono già svolte dai Comuni».
E mentre la questione delle bonifiche all’interno del Sin (Sito inquinato di interesse nazionale) in base alle nuove normative sembra nuovamente sprofondata nella palude della burocrazia, il primo banco di prova per Ezit sarà costituito dal complesso dell’ex Olcese, avamposto sul quale l’ente ha rischiato addirittura di naufragare per i debiti e che ora al contrario può costituire la frontiera più avanzata per l’intera economia triestina. La Regione ha infatti versato i 7 milioni per il complesso dell’ex cotonificio Olcese per il cui acquisto Ezit si era fortemente indebitata e stanno partendo i lavori in project financing del primo lotto da parte dell’associazione temporanea di impresa che ha vinto la gara cappeggiata dalla Riccesi costruzioni.
Questo dovrebbe fisicamente essere il principale fatidico punto di incontro tra la ricerca avanzata e l’industria applicata. «Qui - spiega Zuban - vogliamo attrarre non solo start up che escono dai centri di ricerca presenti sul territorio triestino, ma anche aziende hi-tech da tutta Europa e oltre. É un’area coperta di 25mila metri quadrati sulla quale è previsto un investimento per la sua trasformazione di 25 milioni di euro, da aggiungere ai 7 sborsati per la sua acquisizione. I lavori si protrarranno per un paio d’anni, ma assieme alla Regione - specifica il presidente - siamo già all’opera per identificare futuri possibili fruitori».
La consistenza del patrimonio dovrebbe mettere l’Ezit al riparo da eventuali sbilanci di gestione. La nuova legge appena approvata prevede comunque che in presenza di una situazione di perdurante squilibrio economico e finanziario che compromette la sostenibilità e l’assolvimento delle funzioni indispensabili dell’ente, la Regioni nomini il Commissario straordinario. Non è questa però l’attuale msituazione di Ezit.
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