Il kite surf del giramondo impegnato nel no profit
Per Marco Furlan estate significa navigare due mesi nelle acque dell’Adriatico «Ma il viaggio indimenticabile è stato da Capo Verde a Genova tra delfini e balene»

Quando Marco Furlan prepara la sua imbarcazione prima di partire, c’è un elemento che non manca mai: il kite surf. L’ estate, soprattutto luglio e agosto, da qualche anno questo triestino sportivo e giramondo la trascorre per mare a bordo della sua barca a vela, navigando soprattutto nell’Adriatico, dove incontra amici e con loro condivide la passione per il kite, disciplina che negli ultimi anni spopola e che prevede l’utilizzo di una tavola che corre sulla superficie dell’acqua trainata dalla forza del vento, catturato da una sorta di aquilone, fissato alla vita, da guidare con le braccia, dosando sapientemente forza ed equilibrio.
Ma prima del kite per Marco è arrivato l’amore per il mare e la vela attraverso i genitori, un’infanzia cresciuta assaporando insieme alla famiglia tanti momenti speciali, fin da bambino. «Posso dire di essere nato all’interno della Barcolana – spiega – mio padre aveva un ruolo di rilievo nel settore e tutte le vacanze insieme a lui, mia mamma e mio fratello le passavamo sulla barca, con viaggi soprattutto in Croazia. Il primo ricordo in assoluto è l’uscita dal porticciolo di Barcola, la bella sensazione che provavo stando a bordo mentre lentamente ci allontanavamo da Trieste». Poi per Marco sono arrivate le prime imbarcazioni acquistate in autonomia, una in particolare per partecipare alle regate con la quale ha vinto anche competizioni nazionali; poi ne sono arrivate tante altre, ma le competizioni hanno lasciato il posto anche a viaggi e spostamenti per puro piacere. «Una passione così grande che poi si è trasformata anche in un impegno no profit – puntualizza – dopo aver chiuso anni fa un impiego in tutt’altro ambito, che ho svolto per molto tempo, ho deciso di aprire un’associazione, Tempus Fugit, con l’amico Antonio Masoli grazie alla quale mi occupo di eventi e altre iniziative sempre legate al mare. Ho deciso di dedicarmi a ciò che più mi piace e mi rende felice».
Il mezzo che possiede attualmente, una splendida barca a vela Cruiser Race chiamata Mega, è ormeggiata a Portopiccolo e quando decide di partire, spesso in compagnia di amici, la prima attrezzatura che sistema all’interno è il suo kite surf. «L’ho scoperto dieci anni fa e da quel momento non mi sono mai fermato, praticandolo ovunque, in tutto il mondo. L’incontro con questa disciplina è stato molto singolare. Ero in vacanza a Capo Verde – racconta - e lì ho conosciuto due ragazzi che si allenavano e che sarebbero diventati campioni mondiali di questo sport. Erano davvero molto giovani ma già bravissimi e grazie a loro ho mosso i primi passi in mare. Uno in particolare, Machu Lopez, l’ho portato a Trieste in occasione della Barcolana ed è stato un grande successo, sia per chi segue il kite sia per tante persone incuriosite e affascinate da questo fuoriclasse».
Dopo quelle prime prove sulla tavola Marco ha sempre più perfezionato la tecnica, come si vede anche dalle foto pubblicate sui social che lo immortalano tra evoluzioni e salti in vari Paesi. «Perché dopo aver ancorato la barca prendo il kite e mi diverto. A differenza di un windsurf occupa poco posto, quindi fa parte sempre della “dotazione” di bordo. Tra i punti più belli dove ho potuto scivolare sul mare con la tavola ci sono sicuramente le Incoronate, magnifiche isole immerse nella natura e per questo la sensazione è stata unica, in una zona dove c’era poca gente, in una parte del parco protetto e tutelato. Di solito il kite è una disciplina che si pratica in spazi ben definiti, vicino a spiagge o in bacini non troppo aperti, poter volare sull’acqua in luoghi così straordinari invece è sicuramente più difficile a causa delle raffiche di vento in uno spazio più esposto, ma allo stesso tempo regala adrenalina ed emozioni difficili da descrivere».
Ma chi sono i compagni di avventura di Marco quando lascia gli ormeggi di Portopiccolo per guadagnare il largo? «Tanti amici, con alcuni dei quali si parte da Trieste, altri invece li raggiungo durante la navigazione, magari si affrontano alcune tratte insieme, scendendo con il kite appena possibile. Tra di loro ci sono persone che semplicemente apprezzano questo ambiente, altri sono sportivi, altri ancora velisti conosciuti e apprezzati che in quel caso però si dedicano soprattutto alla vela appunto».
«E pensando a loro tra le avventure più entusiasmanti che ricordo c’è stata una traversata incredibile, fatta insieme a Stefano Spangaro, quando abbiamo portato una barca da Capo Verde a Genova viaggiando senza sosta per sedici giorni, affrontando il mare in tutte le condizioni atmosferiche, compresa un’ondata di maltempo. Durante il lungo tragitto però ci sono stati anche istanti indimenticabili quando, ad esempio, siamo stati affiancati più volte da delfini e balene, in mare aperto. Sono state 4500 miglia che difficilmente dimenticherò».
E al di là dello sport, per Marco, come per tanti triestini, la barca ricopre un valore importante proprio per creare occasioni di convivialità. «È eccezionale l’adrenalina che regala la vela e soprattutto il kite, ma allo stesso tempo è bello poter usare Mega per trascorrere momenti insieme agli amici e al di là dell’estate tutto l’anno è meraviglioso poter salpare e sentirsi subito in vacanza».
2.-continua
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