Il killer in carcere, arriva la superperizia e si indaga nel suo passato in Germania
TRIESTE. Regime di massima sorveglianza e controllo visivo 24 ore su 24 per evitare il rischio di atti di autolesionismo. Alejandro Augusto Stephan Meran, accusato di duplice omicidio volontario e tentato omicidio per la sparatoria in Questura in cui sono morti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, alle 10 di ieri è stato trasferito da Cattinara al carcere del Coroneo, dove resterà rinchiuso durante il periodo di custodia cautelare. L’unico proiettile che durante il conflitto a fuoco con la Polizia l’aveva colpito (all’inguine) aveva trapassato il corpo per poi uscire: la lesione si è rivelata non grave, tanto da non richiedere un intervento chirurgico. Riceverà comunque – ha precisato in una nota l’Asuits – tutte le cure sanitarie del caso.
Al suo arrivo al Coroneo il 29enne dominicano è apparso tranquillo e durante il periodo di ricovero di poco più di 60 ore, costantemente piantonato da quattro poliziotti e sottoposto a terapia farmacologica, non ha manifestato comportamenti aggressivi, neppure quando gli è stato comunicato che il giudice per le indagini preliminari aveva deciso la custodia in carcere e si è trovato a dover declinare le sue generalità. Ma gli agenti della Polizia penitenziaria sanno bene che dovranno tenere l’attenzione altissima. Il comportamento di Alejandro Augusto si è dimostrato, nel modo più tragico, del tutto imprevedibile. E proprio lo scandaglio della sua mente diventa ora una delle priorità dell’indagine aperta su quella che il gip Tomassini ha definito nell’ordinanza di custodia «una mattanza» che avrebbe potuto degenerare in autentica strage.
In arrivo c’è una superperizia psichiatrica. La Procura ha deciso di procedere con una consulenza tecnica collegiale che sarà affidata – ha sottolineato ieri il procuratore Carlo Mastelloni – a esperti di assoluto calibro. Toccherà a specialisti di fama nazionale della psichiatria forense il delicato compito di decifrare lo stato di salute mentale di Alejandro Meran.
I magistrati, peraltro, non danno per scontato di trovarsi di fronte a un quadro patologico. Procura e gip hanno già evidenziato che non risultano disturbi psichici documentati. Lo ha ribadito anche Mastelloni: nessun riscontro di visite psichiatriche o ricoveri pregressi. Finora tutte le dichiarazioni sulle supposte turbe psichiche dell’omicida sono arrivate dai parenti, ovvero la madre e il fratello Carlysle, che venerdì pomeriggio aveva insistito per accompagnarlo in Questura, convincendolo a costituirsi per la rapina di uno scooter commessa poche ore prima in via Carducci da Alejandro Augusto. La consulenza tecnica dovrà accertare la capacità di intendere e di volere del 29enne e stabilire se tale capacità fosse scemata, parzialmente o del tutto, nei minuti in cui ha messo in atto «la mattanza». Pur dando per scontato che abbia agito in modo convulso, nel suo comportamento omicida i magistrati hanno ravvisato coerenza e lucidità, oltre a una sorprendente familiarità con l’uso delle armi. Dopo aver ucciso Rotta e Demenego, con le due pistole in pugno ha percorso il corridoio, ha affrontato il successivo conflitto a fuoco nell’atrio della Questura per poi dirigersi verso l’esterno dove ha tentato di aprire la portiera di una volante. Ha avuto anche la prontezza di cercare un riparo quando si è trovato di fronte gli agenti della Mobile, uno dei quali è riuscito a colpirlo. Durante quei cinque minuti terribili l’azione omicida è stata caratterizzata da un’indubbia determinazione.
È innegabile, peraltro, come l’improvviso mutamento psicologico di Alejandro Augusto, tranquillo al suo arrivo in Questura assieme al fratello, resti inspiegabile. Apparentemente calmo era rimasto anche quando aveva chiesto e ottenuto il permesso di andare in bagno. Ma subito dopo, ad uscire dallo stesso bagno è stato un altro uomo: un assassino pronto a compiere una strage. Possibile che quel mutamento sia stato solo l’effetto della paura di andare incontro a conseguenze giudiziarie per la rapina del motorino o addirittura di finire in carcere? In questo senso, da quanto si è potuto apprendere ieri, neppure dalle immagini registrate dalle telecamere è possibile ricavare delle risposte: è quello che ieri il procuratore Mastelloni ha definito «un buco nero».
Non è da escludere che un contributo per fare luce sull’accaduto possa arrivare dalla Baviera, dove Alejandro Augusto aveva soggiornato per un periodo e dove manteneva contatti e appoggi. La Procura ha inoltrato una richiesta di informativa alla polizia tedesca per capire se durante quel periodo avesse mai manifestato turbe psichiche conclamate e se fosse mai entrato in contatto con circuiti criminosi o legati allo spaccio di droga. In Italia non ci sono precedenti di polizia a suo carico. In Baviera l’indagato ha un amico con il quale risultava avere contatti costanti e che andava a trovare spesso: la Procura intende sentirlo per ricostruire il passato del 29enne dominicano. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo