Il killer di via Roncheto offre ai figli di Slavica la casa degli orrori

Drago Kostic ha deciso di donare agli eredi della vittima l’abitazione in cui compì l’omicidio: è l’unico bene che ha

È la casa dell’omicidio. Quella di via del Roncheto 91 dove, nella notte del 24 aprile dello scorso anno, Dragoslav Kostic, 62 anni, uccise la sua ex moglie Slavica strangolandola nella stanza da letto. Il sangue uscito dalle narici di Slavica era finito sul pavimento del corridoio. E Drago poi aveva pulito tutto cercando di nascondere le tracce dell’omicidio. Ora quella casa, con un piccolo giardino davanti, andrà come parziale risarcimento agli eredi della vittima: i figli di Slavica, l’ultima dei quali è appena diventata maggiorenne.

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A offrirla, a titolo appunto di parziale risarcimento, è stato lo stesso Drago, che da quasi un anno è in carcere. Nei prossimi giorni, proprio in carcere, confermerà la sua volontà firmando una procura irrevocabile a vendere la casa dell’omicidio di fronte a un notaio che assieme al suo difensore, l’avvocato Gianfranco Grisonich, andrà a trovarlo al Coroneo. Poi, quel foglio di carta ufficiale sarà consegnato agli avvocati di parte civile, Paola Valle, Paolo Codiglia e Antonio Santoro. I quali formalizzeranno la cessione dell’immobile ai tre figli e al fratello di Slavica. Saranno loro, nei prossimi mesi, a dover decidere se mantenere la proprietà della casa dell’omicidio oppure venderla rivolgendosi a un’agenzia immobiliare. Valore ipotizzato, circa 80mila euro. Poca roba, comunque, di fronte al dolore della morte di Slavica.

Lasorte Trieste 10/06/16 - Via del Roncheto 91, Omicidio Slavica Kostic
Lasorte Trieste 10/06/16 - Via del Roncheto 91, Omicidio Slavica Kostic

Questa decisione personale Drago Kostic l’ha presa nelle scorse settimane dopo essersi consultato con il proprio legale. In effetti - da quanto si è appreso - la casa di via del Roncheto è l’unico suo bene. Così Kostic, a modo suo, sta cercando di risarcire il danno arrecato con la sua azione. Anche se è evidente che si tratta, appunto, unicamente di un intervento parziale. Che in vista della prossima udienza del processo davanti al gup Luigi Dainotti, prevista per mercoledì 19, potrebbe portargli comunque dei benefici, seppur minimi, con la concessione delle attenuanti del parziale danno risarcito.

 

L'omicidio di Slavica Kostic in un minuto

 

Quella notte, a scatenare la rabbia di Drago, era stata non solo la gelosia scatenata dalla vita da lui considerata “disinibita” tenuta dalla donna. Ma anche una questione di soldi, in cui entrava direttamente proprio quella casa. Una causa, allora, da settemila euro. Denaro che Slavica avrebbe dovuto pagare in conseguenza di una sentenza che riguardava una controversia sulla proprietà proprio dell’appartamento di via del Roncheto 91, già pronunciata dal giudice civile Monica Pacilio. La sentenza era stata depositata il 15 aprile del 2016, dunque pochi giorni prima dell’omicidio.

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La questione civilistica, nello specifico, aveva riguardato la simulazione da parte di Dragoslav del trasferimento di proprietà a Slavica dell’abitazione coniugale di via del Roncheto, effettuata in occasione della separazione consensuale, al solo scopo di sottrarre il bene dall’aggressione dei creditori.

Il giudice aveva dato ragione a Drago, che era stato assistito dall’avvocato Andrea Frassini. E aveva anche condannato Slavica al pagamento delle spese processuali. Ma Slavica non voleva pagare. Anzi, nonostante la sentenza che di fatto aveva cancellato la sua proprietà, la sera del 23 aprile Slavica era comunq

ue tornata nella casa di via del Roncheto non tenendo conto del fatto che non era più la formale proprietaria. E, stando alle dichiarazioni di Drago, ci era andata con un uomo, che poi era fuggito dalla finestra al momento dell’arrivo dell’ex marito. Particolari questi che, di fatto, nella fase delle indagini avevano appesantito la posizione dell’uomo accusato dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere della ex moglie. Così, ora, quella casa teatro dell’omicidio passa - per volontà proprio dell’assassino - di proprietà di chi è erede legittimo della vittima. Paradossalmente, gli eredi della donna che aveva perso la causa proprio sulla proprietà di quella stessa casa e che lì dentro poi era stata uccisa.

«L’ho vista con l’amante e ho perso la testa»

«Quella notte sono andato nella casa di via del Roncheto. Ho aperto il cancello del giardino con le chiavi che avevo con me. Poi sono entrato in casa e la porta, che senza volere ho sbattuto facendo rumore, non era chiusa a chiave. Mi sono arrabbiato. Ho preso un filo elettrico dal magazzino e sono rientrato subito. Slavica era nuda a letto. Le ho avvolto il filo elettrico attorno al collo...», aveva dichiarato Drago al pm Matteo Tripani e ai poliziotti della Mobile nel primo interrogatorio.

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