Il killer degli agenti verso l’addio al Coroneo

La Procura apre al trasferimento in una struttura in grado di garantire una sorveglianza più mirata e cure sanitarie adeguate 

TRIESTE Alejandro Augusto Stephan Meran, il 29enne dominicano che il 4 ottobre, in Questura, ha ucciso gli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego non resterà ancora a lungo nel carcere del Coroneo. La Procura sta valutando infatti il trasferimento del giovane omicida in una struttura adeguata a sorvegliare un soggetto che si è rivelato estremamente difficile da “gestire”. E del resto stiamo parlando di un uomo che è stato in grado di uccidere a sangue freddo due agenti e di sparare contro altri otto poliziotti.



Si sta pensando a una struttura che possa garantire anche un trattamento specifico sotto il profilo psichiatrico e dunque con caratteristiche diverse dal carcere triestino, più adatta a un caso particolare come quello rappresentato dal giovane dominicano.

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A destra dall'alto le due vittime: Matteo Demenego e Pierluigi Rotta

Preoccupano gli episodi che lo hanno visto protagonista durante la sua permanenza dietro le sbarre, ovvero comportamenti di estrema violenza e danneggiamenti aggravati. Stephan Meran è apparso del tutto incapace di controllare i suoi raptus di violenza. Ha distrutto un tavolo e il televisore nella sua cella, minacciando poi gli agenti della Penitenziaria. Pochi giorni dopo ha di nuovo dato in escandescenze: gli agenti erano dovuti intervenire con l’ausilio di mezzi di protezione e l’omicida aveva cercato di aggredirli impugnando un manico di scopa.

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Non ci possono essere dubbi sul fatto che il 29enne dominicano costituisca una potenziale fonte di pericolo per l’incolumità del personale penitenziario. In attesa dell’esito della consulenza tecnica psichiatrica, è formalmente “solo” un indagato sottoposto a custodia cautelare: ciò non toglie, però, che l’esigenza di individuare una struttura carceraria che possa dargli una sorveglianza più mirata e adeguatamente attrezzata dal punto di vista sanitario, sia ormai condivisa anche dalla Procura triestina. Lo aveva già evidenziato anche la garante per i diritti dei detenuti, l’avvocato Elisabetta Burla, secondo la quale «siamo di fronte a un detenuto che deve essere monitorato sotto il profilo della sicurezza penitenziaria e sotto il profilo medico, ma il Coroneo non ha un reparto psichiatrico né una struttura sanitaria adeguata».

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In questo scenario diventa dunque ancora più urgente il responso della consulenza tecnica psichiatrica che la Procura diretta da Carlo Mastelloni ha affidato a due specialisti, i quali hanno già effettuato una prima visita in carcere. L’obiettivo è stabilire il prima possibile quali siano le effettive condizioni psichiche di Stephan Meran e se sia in grado, anche parzialmente, di simulare una condizione di pazzia. —




 

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