Il Kenya mette al bando il massacro degli asini mentre la richiesta cinese spinge i prezzi alle stelle

Il ministro dell'agricoltura del Kenya ha vietato il massacro di asini e ordinato la chiusura di tutti i mattatoi di asini nel Paese. Peter Munya ha dato ai proprietari dei quattro mattatoi di asini kenyani un mese per passare alla macellazione di altri animali come bestiame e capre. Il ministro ha affermato che coloro che non rispettano questa nuova normativa dovranno chiudere la loro attività.
L'annuncio di Munya è arrivato dopo aver parlato con un gruppo di agricoltori che avevano protestato fuori dagli uffici del ministero dell'agricoltura. I contadini hanno infatti denunciato che, con l’aumento della domanda di pelle d’asino, sono aumentati i furti di questi animali. E nel Kenya rurale, gli asini sono una parte essenziale della vita, fondamentali nel trasporto della legna e acqua e in alcune comunità è un tabù mangiare carne di asino.
In Kenya si teme che la popolazione di asini del Paese possa essere spazzata via se non si fa nulla per fermare il tasso di macellazione: si stima che ogni giorno vengano macellati fino a 1.000 asini e che la popolazione potrebbe essere spazzata via in 10 anni.
Le esportazioni in Cina hanno spinto la domanda in quanto la gelatina prodotta dalle pelli d'asino in ebollizione è l'ingrediente essenziale nei prodotti cinesi "ejiao" - cibi salutari popolari e parte della medicina tradizionale cinese.
Secondo un recente rapporto dell'Africa Network for Animal Welfare, quando nel 2016 è stato istituito il primo macello di asini, un esemplare adulto veniva venduto per circa 50 dollari (circa 46 euro), ma i prezzi sono saliti alle stelle toccando quota 200 dollari (circa 184 euro).
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