Il grillino Battista: «Trieste deve ripartire dal Punto franco»

Il senatore triestino boccia la concessione di Portocittà: «Porto Vecchio può dare molti posti di lavoro». Non si riconosce nel Tlt ("Sono fuori dalla storia"), critica Giulio Camber, ma chiede il rispetto del Trattato di pace

«Chiamatemi Battista». Il nome da maggiordomo non deve trarre in inganno. Il cittadino Lorenzo Battista è uno dei più giovani senatori della Repubblica italiana. Come tutti gli eletti del Movimento 5 Stelle non vuole essere chiamato onorevole. «Vorrei che fossimo tutti onorevoli di fatto e non di nome». Battista, classe 1973, ha iniziato a interessarsi attivamente di politica nel 2010 grazie all’entrata in scena di Beppe Grillo e del suo M5S. Prima niente, o quasi. A parte un’allergia al sistema dei partiti e un disprezzo per la classe politica. «Mi sono avvicinato al MeetUp nell’aprile 2010, quando si cominciava a parlare di costituire una lista civica per il Comune di Trieste». Alle comunali del 2011 prende 60 voti di preferenza. Non certo un plebiscito. Battista era pronto a correre candidato governatore alla Regione, ma poi ha preferito partecipare alle “parlamentarie” online del M5S. Cento voti gli sono bastati per diventare capolista al Senato in Friuli Venezia Giulia. Inquilino di Palazzo Madama a 40 anni appena compiuti. In neppure tre anni. Una carriera fulminante.

Prima del 2010 nessun impegno politico...

No. Seguivo con interesse solo gli interventi di Grillo.

Si considera di destra o di sinistra...

Non so cosa vuol dire. Sono categorie senza senso. Usciamo da questo schema.

Va bene usciamo...

Noi siamo una cosa diversa. Non siamo un partito alternativo. Siamo alternativi ai partiti.

Non ama i politici di professione: «Trovo deprimente che un Paese di circa 60 milioni di abitanti venga amministrato da un ristretto manipolo di faccendieri, protesi a instaurare legami con la criminalità...», ha detto.

Lo confermo. Noi vogliamo introdurre il turn over dei rappresentanti delle istituzioni a tutti i livelli. Inoltre combattiamo i doppi incarichi.

«Non possiamo aspettarci una rivoluzione da questi politicanti di bassissimo livello... L’unica possibilità di avere una società migliore è partecipare attivamente alla vita pubblica. La sveglia è suonata da un pezzo. Diamoci una mossa».

Questo non vale solo per i grillini. È un messaggio per tutti. È importante mettersi in gioco in prima persona. Ho convinto un mio amico che si è iscritto al Pd e ora fa politica attivamente.

L’importante è non delegare...

Esattamente.

«Il fatto è che noi non ci sentiamo politici».

La politica non deve essere una professione. Ma un mandato. Deve essere interpretata come un servizio civile.

Di quanto si ridurrà lo stipendio di senatore?

L’indennità parlamentare percepita sarà di 5 mila euro lordi mensili, il residuo sarà restituito allo Stato.

A Roma dove vivrà?

Non lo so ancora. Pensavamo di prendere qualcosa assieme con i friulani. Un appartamento, per dividere le spese.

«Mi interessa soprattutto vedere cosa succede nelle commissioni, di cui si sa poco o nulla». Quali le interessano?

Lavori pubblici e comunicazioni. In alternativa la Difesa...

Visto che ha fatto il Morosini a Venezia...

Beh, sì. Conosco da vicino le Forze Armate.

E quella ai Trasporti?

Sì, anche.

Euro o non euro?

Io non mi ritrovo nell’euro. Non capisco la ragione dell’esistenza della Bce.

Non vede un futuro per la moneta unica?

Non a queste condizioni.

«Noi triestini dovremmo ambire a molto di più che a vedere il solito film trasmesso durante la campagna elettorale alla Stazione marittima, tra una fetta di prosciutto e un bicchiere di vino». A cosa si riferiva?

Mi riferivo a un’iniziativa del Pdl delle ultime comunali. Mi ricordo di questo banchetto offerto...

Forse un’iniziativa di Giulio Camber?

Mi sembra. Qualcosa della famiglia Camber.

Su Porto Vecchio, però, la pensate allo stesso modo?

Non credo. Giulio Camber ha fatto sei legislature e mi sembra che non abbia portato chissachè al Porto Vecchio...

Dimentica Marina Monassi ai vertici dell’Autorità portuale. Un tempo chiedevate le sue dimissioni...

Non mi aspetto le dimissioni da parte di nessuno. Certo non è stata una nomina meritocratica.

Qual è il vostro punto di vista sul Porto Vecchio?

Trieste sconta un calo demografico fortissimo. Inoltre ci sono decine di migliaia di appartamenti sfitti. Mi sembra stupido usare quell’area per una speculazione edilizia. Non c’è bisogno di seconde case. La finalità del Porto Vecchio è quella di dare occupazione.

Il vostro giudizio su Portocittà è netto: «Quel progetto altro non è se non una mera operazione di speculazione edilizia determinata tra l’altro da una concessione illegittima. Non ci è mai piaciuto».

Confermo parola per parola. Qual è la forza lavoro di Portocittà? Centocinquanta posti? L’area di Porto Vecchio può dare migliaia di posti di lavoro. Basta far valere il regime fiscale agevolato. Le imprese farebbero la fila.

Ma perché parlate di concessione illegittima?

Il 4 aprile ci sarà la sentenza al Tar. Gli stessi concessionari hanno fatto un harakiri legale chiedendo la nullità dell’atto, ammettendo che quello che hanno avuto non è legittimo. Serve altro?

«Il Porto Vecchio deve essere fatto funzionare come porto». È un dogma per voi?

Nel senso di portualità allargata. Le faccio un esempio: oggi se io deve prendere un traghetto per la Croazia devo andare ad Ancona.

A proposito di traghetti. Il collegamento con l’Albania, dite, è stato gestito con «superficialita e arroganza»...

Sono stati spostati inutilmente. Potevano stare là.

Quello della portualità è un vecchio cavallo di battaglia della Lista per Trieste e quindi anche di Camber...

Non ricordo. Ero troppo giovane.

Ci fu una campagna contro il progetto Polis che prevedeva la sede della Generali all’interno del Porto Vecchio...

In quel caso non sarei stato contrario. Le Generali significano migliaia di posti di lavoro.

Che sono finiti a Mogliano Veneto...

Appunto.

Se è illegittima la concessione di Portocittà lo è anche quella data a Greensisam per i 5 magazzini di Porto Vecchio? O no?

Su questo non ci siamo ancora espressi. Vogliamo approfondire. In comitato portuale si è discusso degli oneri di urbanizzazione. Non si è ancora capito chi deve pagarli.

Una cosa strana...

È stata data una concessione e si sta ancora a discutere degli oneri di urbanizzazione. Con Greensisam poi io lavoro...

Lavora?

Sono dipendente di Italia Marittima. Ora sono in aspettativa.

L’ex Lloyd Triestino.

Non me lo ricordi. Il cambio di nome è un’altra delle ferite della nostra città.

E quindi?

Quando sono andato a lavorare in Italia Marittima si parlava di fare la sede europea di Evergreen con un grande albergo. Adesso la sede è a Londra. Evidentemente c’è qualcosa che non va in quella concessione. E a chi giova tutto questo?

Me lo dica lei.

Non certo a Italia Marittima. Non si assume più nessuno da anni al Palazzo della Marineria. Tutti i servizi sono finiti a Londra.

«Il Porto Vecchio va rilanciato come zona franca quando sarà risolto il nodo giuridico...».

Bisogna sfruttare il regime fiscale agevolato, previsto dai trattati di Pace, che è quello tra l’altro che definisce anche i punti franchi. Un regime che nessuno ha mai voluto applicare.

Ma quali sono vantaggi? In tutti questi anni nessuno se n’è accorto...

Il costo del lavoro, ma anche il pagamento dell’Iva. Non servono delle leggi nuove. Gli sgravi ci sono già, è che non sono mai stati applicati.

L’obiettivo è quindi tornare al Trattato di pace del 1947. Vuol dire guardare un po’ indietro...

Il Trattato di pace vige già, altrimenti ci sarebbe stata Portocittà. Se fosse stato possibile avrebbero sdemanializzato l’area in una settimana.

Vi riconoscete nelle posizioni del Movimento Trieste Libera?

No. Del Movimento Trieste Libero condividiamo solo la battaglia contro il rigassificatore e il loro appoggio alla portualità triestina. Non la loro posizione indipendentista. L’idea del Territorio Libero è fuori dalla Storia. Sessant’anni fa si poteva fare. Adesso non ha più senso.

Non è allora il primo senatore di Trieste Libera?

In questo caso non mi sarei dovuto neppure candidare.

Ma ha senso chiedere una commissione internazionale per definire lo status giuridico del Porto Vecchio? C’è il rischio di non fare niente?

Si tratta di un’area abbandonata da 60 anni. La questione non può essere risolta ne a livello locale, né a livello nazionale. C’è di mezzo un trattato di pace. C’è bisogno di fare chiarezza una volta per tutte. Altrimenti si finirà sempre con le carte bollate.

Porto ovunque. Anche per l’area della Ferriera, grande quando Porto Vecchio, pensate a una riconversione portuale...

È l’unica soluzione possibile. L’area ha un grosso problema d’inquinamento.

Cosa si può fare?

L’unica cosa da fare è smantellare l’esistente e fare un tombamento contenitivo dell’area per evitare che l’inquinamento si disperda. E poi avviare l’attività portuale.

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