Il grande business del Trono di spade fa “ricca” Ragusa

In visita più di 240 mila fan della capitale dei Sette Regni. La produzione ha fruttato un giro d’affari di 126 milioni

Turismo. Il Trono di spade fa ricca Dubrovnik

ZAGABRIA. La serie televisiva americana “Il Trono di spade” ha fruttato a Ragusa (Dubrovnik) quasi 126 milioni di euro in ricadute turistiche. Tanto avrebbero speso i visitatori venuti nella Perla dell’Adriatico per vedere i luoghi dov’è stata girata la celebre serie di fantascienza, ormai arrivata alla settima stagione e trasmessa in tutto il mondo.

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Proprio sul successo planetario di Got (l’abbreviazione del titolo originale “Game of Thrones”) ha dunque potuto contare la vecchia Ragusa che, dopo essersi prestata a fungere da coreografia alle riprese nel 2011, ha visto arrivare tra il 2012 e il 2015 oltre 240mila turisti appassionati della serie.

Questa è in ogni caso l’analisi fatta dall’International Journal of Tourism Research, che questa settimana ha pubblicato proprio un studio del caso ragusano, ripreso dal portale regionale Birn. Secondo il Journal of Tourism Research, i fan del Trono di spade hanno passato nella città dalmata un totale di 1,5 milioni di notti d’albergo e speso la bellezza di 125,9 milioni di euro. Per chi è stato a Ragusa di recente, queste cifre non sono certo una sorpresa.

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In città, i tour guidati a tema “Trono di Spade” si susseguono infatti senza sosta tra i bastioni, le viuzze e le scalinate e a maggior ragione in quei punti che la Tv americana Hbo ha trasformato in scenari fantasy popolati da draghi e giganti, seguendo gli scenari descritti dallo scrittore George R. R. Martin.

Questi tour guidati costano tra i 10 e i 50 euro a seconda della durata e fanno guadagnare ad una guida fino a 150 euro al giorno. Ma anche per chi scegliesse di non avvalersi di queste guide specializzate, evitare il successo della serie sarebbe impossibile.

Già all’ingresso della Stari grad (la città vecchia), numerosi stand mostrano ai passanti le scene del Trono di Spade girate a Dubrovnik e, a fianco, una reale fotografia dello scorcio in questo. Quegli stand, da appena un metro quadro, da cui si agitano promotori e animatori di vario genere, fruttano al comune un affitto annuale di 10mila euro l’anno ciascuno.

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Una volta varcata la porta di Pile, la serie non abbandona ancora i visitatori. Nei negozi di souvenir è possibile acquistare merchandising di ogni tipo e anche scattare una foto sul celebre Trono di spade (ma soltanto dopo aver acquistato qualcosa).

Il “trono” in questione è tuttavia una replica, dato che quello vero, donato alla città proprio dalla produzione HBO, è stato posizionato dal comune sull’isola di Lokrum, appena al largo del porto vecchio. Su quest’isolotto dalla natura lussureggiante, è stato aperto nel 2015 un piccolo museo dedicato alla serie e la cui attrazione principale è proprio la possibilità di sedersi sul trono.

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Già due anni fa, dunque, le autorità pubbliche erano consce delle opportunità che Game of thrones avrebbe offerto e, per aumentare la notorietà di Dubrovnik, non hanno tardato ad accettare altre produzioni televisivi. Nel 2016, è toccato all’ottavo episodio di Guerre stellari (Star Wars), che ha portato tra i bastioni i celebri soldati imperiali con le loro divise bianche.

Più di recente, invece, Dubrovnik è diventata il set del film “Robin Hood: le origini” di Otto Bathurst, suscitando però qualche polemica. Il finto incendio voluto dal regista a ridosso delle mura ha infatti fatto infuriare l’Associazione degli storici dell’arte croati (Dpuh) che ha denunciato «l’attitudine sconsiderata» della produzione hollywoodiana e accusato l’amministrazione cittadina di aver permesso «una vergognosa degradazione di uno dei monumenti croati più importanti».

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Dal municipio, è arrivata subito una smentita, oltre che l’assicurazione che tutte le riprese erano state fatte nel rispetto della tutela del patrimonio culturale ragusano, ma intanto la prima critica istituzionale alla politica di Dubrovnik è stata registrata.

Se infatti il comune è riuscito a portare il numero di visitatori da 600mila nel 2011 a oltre un milione nel 2016, in molti cominciano a storcere il naso su un successo che potrebbe rivelarsi deleterio. L’Unesco ha ad esempio chiesto alla Croazia di limitare l’accesso ai bastioni di Dubrovnik, mentre il quotidiano The Telegraph si è chiesto di recente se l’alto numero di turisti sbarcati dalle crociere non stia “portando alla morte” della città. Nel 2016, le navi da crociera hanno riversato 800mila persone nella Perla dell’Adriatico.

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