Il grande boom triestino del posto fisso
TRIESTE Trieste, dopo anni di crisi, chiusure e licenziamenti, rivede il sereno. Il report sul mercato occupazionale in mano alla giunta Serracchiani, diffuso finora solo a livello regionale e non su scala provinciale, è inequivocabile: nel 2015, nel capoluogo, le assunzioni sono aumentate del 9,1%. E il segno più interessa praticamente tutti i settori, persino l’industria e l’edilizia, in sofferenza cronica fino all’altroieri. Non solo. La città assiste a un vero e proprio boom dei contratti a tempo indeterminato: +163,8%.
Eppure, in campagna elettorale, persino questo aspetto diventa terreno di scontro politico in casa dem: per il sindaco Roberto Cosolini l’analisi regionale certifica l’impegno e la validità delle contromisure adottate dalle istituzioni locali per fronteggiare la lunga congiuntura oltre che l’utilità del Jobs Act. «La ripresa sta diventando realtà, il cambiamento è in atto» commenta il sindaco. Il senatore Francesco Russo, lo sfidante delle primarie, attribuisce invece il merito esclusivamente alle nuove norme nazionali e, in definitiva, all’attività parlamentare di cui lui è esponente. Il duello è andato in scena qualche giorno fa durante il faccia a faccia al Piccolo tra i due contendenti, quando il sindaco ha velocemente tratteggiato il trend occupazionale. Ora i dati completi.
Contratti in aumento Il report, che era sulla scrivania dell’assessore regionale al Lavoro Loredana Panariti, è frutto di una rielaborazione dei trend trimestrali registrati dall’Inps. Il documento parla di una vera e propria inversione di tendenza: gli avviamenti al lavoro, dunque i contratti da dipendente, a Trieste sono passati dai 36.519 del 2014 ai 39.845 del 2015. Sono 3.326 posti in più (+9,1%), che proiettano la città a un saldo finalmente incoraggiante tra nuove assunzioni e cessazioni: +382. È la prima volta dal 2009, da quando è iniziata la crisi. Lo conferma lo storico di questi anni: nel 2009 la città era uscita con un saldo negativo di 46 posti, cresciuti progressivamente tanto da sfiorare l’allarmante tetto dei -2.000 nel 2013, per poi scendere lievemente a -1.835 nel 2014. Ora si torna di nuovo sotto il segno positivo. Trieste fa leggermente meglio della media regionale assestata all’8,8%.
Stabilizzazioni boom La ripresa è trainata, almeno in parte, dal boom dei contratti a tempo indeterminato. Uno sguardo al Fvg: 13.662 nel 2014, 31.736 nel 2015 (+132,2%). Una performance superata di oltre 30 punti percentuali da Trieste: da 2.739 a 7.226 (+163,8%). Il report, che ha voluto valutare l’impatto delle nuove norme nazionali, ha scomposto i dati per trimestre in modo da calcolare l’incidenza delle stabilizzazioni rispetto al totale degli avviamenti: si passa dal +7% dell’ultimo trimestre del 2014 (tanto in regione quanto a Trieste) al +17,1% del primo trimestre 2015 (questo avveniva nel capoluogo, mentre il resto del Fvg si fermava al +14,3%). Nell’annata si arriva a toccare quota 24% sull’intero territorio regionale. Quindi circa un quarto degli avviamenti complessivi, nella provincia di Trieste e a livello regionale, si deve al tempo indeterminato. Non si vedeva dal 2009.
I settori trainanti I comparti che vantano la maggior incidenza di richiesta di personale con contratto a tempo indeterminato, nel 2015, a Trieste sono stati in particolare l’industria (+242,5%), il trasporto e la logistica (+238,2%) il commercio (+218,8%), le attività artistiche e intrattenimento (+321,1%), la sanità e l’assistenza sociale (+198,1%), i servizi di alloggio e di ristorazione (+178,9%), le attività scientifiche e tecniche (+131,9%) e le costruzioni (+127,7%). Segno meno, invece, per il settore assicurativo e finanziario (-13,9%).
I commenti Cosolini riconosce che l’impennata delle stabilizzazioni si deve alle politiche nazionali in materia di lavoro ma, puntualizza, «i 30 punti percentuali in più a Trieste si spiegano con dinamiche legate al nostro territori e quindi anche alle politiche locali». Così nell’industria, nel turismo e nell’edilizia «che coincide con lo sblocco di numerosissimi lavori pubblici da parte di quella che è ormai l’unica stazione appaltante pubblica che opera con continuità, ovvero il Comune di Trieste». Il sindaco non ha dubbi: «Alcune scelte che abbiamo tenacemente perseguito in questi anni, ad esempio su turismo, svolta nel Porto e opere pubbliche, cominciano a mostrare risultati importanti». Russo, nel corso del forum di qualche giorno fa al Piccolo, obiettava: «Questi dati sono il riconoscimento che il Parlamento lavora bene, visto che le competenze sul mondo del lavoro non sono comunali».
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