Il governo non fa sconti al Fvg, Fedriga si gioca la carta dell’Iva

Restano 716 i milioni da versare allo Stato, gli stessi stabiliti dal patto Serracchiani-Padoan. Il presidente vedrà Tria lunedì. Il Pd: «Vale ancora il nostro accordo». Zilli: «Stiamo trattando»

TRIESTE Nemmeno un euro di sconto in più. La bozza della manovra finanziaria ufficializza l’entità del contributo delle Regioni autonome al raggiungimento degli obiettivi della finanza pubblica e per il Fvg la situazione resta immutata rispetto a quella tracciata dal patto Padoan-Serracchiani. Nel 2019 la Regione dovrà infatti versare a Roma 716 milioni, che torneranno a essere 836 dal 2020, quando un ipotetico patto Tria-Fedriga dovrà ottenere una nuova decurtazione che il centrodestra ha promesso sarà maggiore dei 120 milioni che l’esecutivo precedente è riuscito a strappare per 4 anni a Roma.

Massimiliano Fedriga ha già tenuto diversi incontri a Roma e lunedì avverrà il primo confronto ufficiale con il ministro delle Finanze Giovanni Tria dopo aver già visto il ministro per gli Affari regionali Erika Stefani e il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia. L’idea è di ridiscutere il sistema di compartecipazioni e lavorare soprattutto all’aumento dei decimi che il Fvg può vantare sull’Iva pagata nel proprio territorio, alzando dunque gli attuali 5,91, frutto dell’accordo con cui la giunta Serracchiani aveva accettato di scendere dai 9,1 decimi dell’epoca in cambio di un ampliamento della platea dei tributi su cui calcolare le compartecipazioni.

Davanti al testo ufficiale della finanziaria, il Pd critica la giunta per non aver ottenuto propri risultati sul piano delle risorse da trattenere in Fvg. Per il segretario regionale Salvatore Spitaleri «il cosiddetto governo amico chiede al Fvg quasi 2,4 miliardi in tre anni. A venti giorni dalla presentazione della finanziaria regionale non sappiamo ancora su quali risorse potrà fare affidamento Fedriga. Intanto vale ancora lo sconto previsto dal vituperato patto Serracchiani-Padoan». Spitaleri evidenzia che «dal prossimo anno scade quel patto e bisognerà ricominciare sul serio la trattativa con lo Stato».

La difesa della giunta arriva dall’assessore al Bilancio Barbara Zilli: «Ricordo a Spitaleri che i numeri della finanziaria saranno applicati se non ci sarà accordo con Roma e la giunta sta lavorando alacremente per ottenere il risultato. Con il ministro Tria vogliamo stipulare un patto definitivo». Zilli sottolinea poi che «il Fvg ha già ottenuto uno sconto da 200 milioni: le precedenti finanziarie chiedevano infatti 200 milioni di compartecipazione alla spesa sanitaria nazionale per il 2017 e 2018 ma il governo ci ha risparmiato questa somma». Nel frattempo però la Regione aspetta di sapere se potrà utilizzare in finanziaria i 10 milioni accantonati proprio per fare fronte al contributo alla spesa della sanità nazionale, che nel 2019 ammonterà a 62 milioni. —


 

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