Il Gospel alla gradese trionfa al Festival FOTO

GRADO. Uno scatenato e coinvolgente gospel è il trionfatore della cinquantaduesima edizione del Festival della Canzone Gradese. “Zente nostra” scritta e musicata da Gian Nicola Corbatto interpretata dallo stesso autore assieme a Roberta Baldo, Sachie Sakaguchi, Dario Benolich e Dario Lauto, ha vinto con ben 560 punti staccando nettamente la seconda classificata, “Re che no son più” (parole di Stefano Dovier, musica di Alessandro Marchesan cantata da Emanuel Olivotto) che di punti ne ha ottenuti 451. Minimo invece il distacco fra seconda e terza classificata, “L’aquilon” (parole di Stefano Zentilin, musica di Monica Maran e Stefano Zentilin cantata impeccabilmente da Simone Zentilin) che ha conquistato 437 punti.
Durante l’esecuzione di “Zente nostra”, in galleria c’è stato più di qualcuno che si è messo in piedi a muoversi ritmicamente mentre tutti gli altri battevano le mani sopra la testa. Per il trionfatore, Gian Nicola Corbatto, si tratta di uno splendido poker, è, infatti, la quarta volta che vince il Festival. Si sa che i gospel tradizionali sono pregni di significati e questo, scritto e musicato da Corbatto, non è da meno, anche se il contenuto è totalmente diverso dagli originali. “Zente nostra” è, infatti, un inno alla graisanità o meglio una descrizione di ciò che è e rappresenta la gente di Grado, con i suoi pregi e anche con i suoi difetti e con i tanti soprannomi delle famiglie. Non mancano inoltre riferimenti alla gente di fuori che sceglie di stabilirsi nell’isola e nemmeno a fatti storici, anche Attila e l’esodo. “E alora scoltéme e serché da fâ mumdi atension,/ che i graisani zà’na volta i s’à salvao de/ ’nvasion./ E invese gno nuni, da’na tera i à dovuo/ scanpà/ pe’restâ italiani, pe’ cu la storia no i la sa”.

Che poi la gente di Grado sia definita molto baruffante è cosa nota e non manca di evidenziarla nel testo nemmeno Corbatto che, però, rimanda al mittente il messaggio. “No semo santi, ma no semo corcai,/ un schin busiari comò i marinai./ Poeti, artisti, cavi mati ispirai e mamuli fulminai./ De massa tenpo i ne vol piturâ barufanti che no i/ vol lavorâ,/ Xe gradesani… che i staga là!/ e dopo duti i vien qua a tociâ!”.
Oltre ai premi per le prime tre canzoni (le altre sono state classificate tutte pari merito al quarto posto), sono stati assegnati anche alcuni premi speciali. Quello della Cooperativa Pescatori intitolato a “Giacomo Zuberti” è stato consegnato da Luca Corbatto, vice presidente della stessa cooperativa, a “L’Aquilon”. A proposito di questa canzone, c’è da annotare che l’arciprete monsignor Michele Centomo l’ha indicata come la migliore in quanto i suoi contenuti mettono in evidenza il valore della famiglia: «Tutti abbiamo i genitori – ha detto il parroco – ma non tutti hanno una mamma e un papà».

E va rilevato che a questa canzone, o meglio ai suoi contenuti, monsignor Centomo ha fatto ampio riferimento anche durante la predica della messa domenicale. Sul palco a premiare i vincitori e ad assegnare i premi speciali sono stati l’assessore regionale Loredana Panariti, il vicesindaco Matteo Polo, gli assessori Sara Polo e Fabio Fabris. In sala presenti inoltre i consiglieri regionali Diego Moretti e Alessio Gratton (quest’ultimo in particolare come autore), la presidente della Fondazione Carigo, Roberta Demartin, che sostiene la manifestazione organizzata da “Quelli del Festival della Canzone Gradese”, come peraltro fanno il Comune e la Regione. Presenti inoltre il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna e il presidente della Git, Alessandro Lovato che ha consegnato il Premio “International Graisani nel mondo”. Il premio assegnato dal voto dei gradesi che risiedono all’estero quest’anno è andato alla canzone “Spiega al vento…” di Riccardo Gordini cantata dallo stesso autore assieme a Francesco Gregori, Omero Gregori e Nevio Scuz. Un altro importante premio, quello della critica scelto dai componenti della giuria di qualità è stato vinto invece da “’L muro” di Andrea Marchesan cantata da Samuel Pozzetto.

Che dire ancora di una manifestazione che ha tenuto desti sino all’una di notte il migliaio di spettatori del Palacongressi, a cui devono essere aggiunti i tanti che hanno seguito la manifestazione da casa con la diretta streaming. Ricordare ad esempio che un premio speciale è stato assegnato ai Donatori di Sangue o meglio ai due presidenti, quello uscente e quello entrante, Gianni Tognon (assente causa influenza) e Gianluca Pastoricchio. Ma anche un altro aspetto non meno significativo: gli Scout di Grado hanno acquistato il biglietto G75. Sopra la poltroncina vuota è stata adagiata una sciarpa rossa con un manifesto intitolato “Posto occupato”, un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza.
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