Il goriziano Antonio De Nicolo procuratore capo a Trieste

È arrivata nel tardo pomeriggio di ieri la decisione del plenum del Consiglio superiore della magistratura che ha confermato l’assegnazione ad Antonio De Nicolo della Procura triestina. Un passaggio formale che ha sancito l’ufficialità della nomina dopo che il 14 luglio la V commissione per il conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi del Csm aveva espresso all’unanimità voto favorevole per il magistrato goriziano, attuale procuratore capo a Udine.
De Nicolo, 66 anni, era entrato da subito nel novero dei favoriti per assumere l’incarico di capo dei pm nel capoluogo giuliano dopo il pensionamento, il 21 aprile, di Carlo Mastelloni in seguito al raggiungimento del settantesimo anno di età. Erano sei le candidature in lizza, ma la commissione aveva trovato con voto unanime la convergenza sul goriziano.
De Nicolo ha già lavorato a Trieste come sostituto procuratore dal 1988 al 1996, occupandosi di inchieste importanti, compresi filoni della Tangentopoli giuliana. In seguito, il trasferimento alla magistratura giudicante, ricoprendo incarichi prima alla Corte d’appello di Venezia. Proprio nel capoluogo veneto, 20 anni fa, legò il suo nome a uno dei casi più controversi degli Anni di Piombo firmando da giudice relatore le quasi 500 pagine delle motivazioni della sentenza Calabresi, dopo che i tre imputati accusati per l’omicidio del commissario di polizia (ucciso a Milano nel maggio 1972) avevano presentato istanza di revisione del processo. In seguito al “no” delle Corti d’Appello di Milano e Brescia alla richiesta di revisione, il procedimento era approdato a Venezia dove il 24 gennaio del 2000, dopo 6 giorni di camera di consiglio, vennero confermate le condanne a 22 anni di reclusione per gli ex esponenti di Lotta continua Adriano Sofri, Giorgio Pietrostefani e Ovidio Bompressi.
Sempre a Venezia, fu tra i giudici del processo del 2008 a Felice Maniero, capo della mafia del Brenta, e ai “serenissimi” accusati dell’assalto al campanile di San Marco. Poi, dopo un periodo in Corte d’Appello a Trieste, di nuovo a Venezia come sostituto procuratore generale. Infine, nell’aprile del 2015, l’inizio del suo periodo da procuratore capo a Udine. Ora lo aspetta di nuovo Trieste, dove già vive, per prendere in mano le redini della Procura. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo