Il giudice vieta al cane di abbaiare

Il tribunale di Pola ha ordinato al padrone di zittirlo dalle 20 alle 8 pena una multa di 2.600 euro per ogni “bau”
Il cane Medo con il suo padrone vicino a un cartello che significa "Lasciatemi abbaiare" (dal sito 24sata)
Il cane Medo con il suo padrone vicino a un cartello che significa "Lasciatemi abbaiare" (dal sito 24sata)

POLA. Can che abbaia non morde. Ma spesso neppure fa dormire i vicini di casa. E allora può accadere che un giudice obblighi il padrone di un quattro zampe a zittire l’animale, pena il pagamento di una salatissima multa per ogni “bau” molesto.

Accade nel paesino istriano di Peroj, non lontano da Pola, villaggio dove assieme all’anziano padre Blaz vive il 47enne Anton Simunovic. Simunovic che ha scatenato una tempesta in Croazia – dove ora s’infiammano le discussioni tra amanti dei cani e i difensori della quiete pubblica - denunciando ieri al portale 24sata la storia del suo cane, “Medo”, Orso. Medo sarebbe stato preso di mira da una vicina dei Simunovic a causa dei suoi latrati che avrebbero minacciato per tre anni l’equilibrio nervoso della donna, impossibilitata a dormire, e che si è così rivolta a un avvocato. E a un tribunale municipale, quello di Pola.

Come dimostrano le carte divulgate da Simunovic, la Corte ha stabilito quattro mesi fa una misura provvisoria a carico dei due proprietari dell’animale. Imponendo loro di custodire Medo, abituato a scorrazzare in giardino a ogni ora del giorno, all’interno della loro abitazione dalle otto di sera alle otto di mattina, cercando di evitare che abbai troppo. Insomma, veri e propri “arresti domiciliari” per un quattro zampe, secondo Simunovic il primo caso del genere in Croazia.

Una misura che, fra l’altro, deve essere rispettata a tutti costi, dato che la pena in caso di latrati molesti è salata. Il giudice ha stabilito che il mancato rispetto della “detenzione” venga punito con una multa di 20mila kune, ben 2.600 euro. E così Medo, dal 21 ottobre scorso, è costretto al coprifuoco notturno. Medo, docile e mai aggressivo secondo il suo padrone, che ora «soffre molto, perché è abituato a stare all’aperto e odia essere rinchiuso tra quattro mura». Padrone a cui ogni sera «si spezza il cuore» quando deve ricondurre il cane all’interno della casa e «temo che possa ammalarsi». Cane che soffre anche «perché non può fare i suoi bisogni all’esterno prima delle otto», l’orario di fine coprifuoco stabilito dal tribunale. Decisione contro cui i Simunovic «hanno presentato appello», ma la Corte non si è ancora espressa sul ricorso. Simunovic che forse potranno consolarsi scoprendo che Medo non è l’unico animale costretto ai “domiciliari canini”. Nel 2010, Goliath, un bulldog americano, è stato bollato come «cane pericoloso» dalle autorità di Clermont, in Florida, dopo che aveva morso una bambina. E i suoi padroni sono così stati obbligati a tenerlo sempre al guinzaglio o alla catena, anche se all’interno del giardino dell’abitazione.

Molto peggio è andata in Australia, a Melbourne, dove tal Joseph Drago avrebbe ucciso il vicino, Tony Dockerty, dopo un’escalation di tensione causata da contrasti di vicinato. E da discussioni a proposito di un cane troppo vivace di proprietà dell’assassino.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo