Il giorno del “giudizio” dei creditori Coop

ieri al PalaRubini l’attesa adunanza sul concordato preventivo anti-crac. Ma per votare la legge dà 20 giorni di tempo. Emerso il nome del terzo potenziale acquirente dopo Coop Nordest e Conad: la Despar
I soci coop in fila fuori dal PalaRubini prima di un'assemblea (Lasorte)
I soci coop in fila fuori dal PalaRubini prima di un'assemblea (Lasorte)

Nel giorno dell'assemblea dei creditori emerge anche il nome del terzo acquirente interessato ad acquisire i punti vendita delle Coop Operaie: dopo CoopNordest e Conad, a farsi avanti è stata infatti anche la Despar.

Intanto, attorno alle 11.30 si sono concluse le procedure di accreditamento dei soci: da una prima stima si calcola che ha partecipare all'assemblea al PalaRubini sono circa 1500 persone.

Quella di oggi è una resa dei conti dall’epilogo scontato, e bulgaro: la stragrande maggioranza di chi potrebbe votare non voterà affatto né si farà vedere, ma la legge qui fa valere il silenzio-assenso. Ed è pure una resa dei conti a scoppio ritardato se è vero che, per votare, la stessa legge - quella fallimentare - concede fino a 20 giorni di riflessione.

Ciononostante l’adunanza dei creditori per l’approvazione o meno del concordato preventivo tale da scongiurare il fallimento rappresenta uno dei momenti-chiave del percorso anti-tracollo imboccato a metà ottobre dalle Coop operaie nel momento in cui il Tribunale, su richiesta dei pm Federico Frezza e Nicola Tripani, ne aveva commissariato il Cda presieduto da Livio Marchetti, nominando l’avvocato Maurizio Consoli amministratore giudiziario.

L'attesa dei creditori Coop fuori dal PalaRubini

Un momento-chiave quello di oggi lo è anzitutto perché è destinato a misurare la pressione della “piazza”. Che sarà inevitabilmente alta, dato che all’adunanza è molto più probabile che si faccia vedere, e sentire, chi dissente rispetto a chi nulla ha da ridire. Pure per questo è stato predisposto dalle autorità competenti un adeguato servizio d’ordine che tra l’altro prevede l’impiego di poliziotti della Digos in borghese. Va poi tenuto in debita considerazione il presupposto che il numero dei partecipanti è fino all’ultimo impronosticabile. Si può presumere possa tibrare il cartellino più di un migliaio di persone su un totale di oltre 17mila aventi diritto. Si tratta per la quasi totalità di soci titolari di libretti congelati da ottobre, per i quali il piano concordatario di Consoli ammesso dal Tribunale prefigura ragionevolmente un recupero dell’81,38%. A questi si aggiungerà un manipolo di imprenditori e di avvocati in rappresentanza di aziende fornitrici di merce non saldata per intero, anche di rango multinazionale, per cui il piano Consoli preconizza un ragionevole rientro del 73,4% (il 100% per le cooperative di produzione e lavoro e quelle agricole).

Intanto nasce il gruppo del 100%
Un'immagine delle Coop delle Torri

Titolati a entrare all'assemblea d’altronde - in ossequio alla legge fallimentare - sono soltanto i creditori muniti di documento valido e lettera di convocazione, o loro delegati, per cui è immaginabile che il lavoro di filtro in prossimità di tali banchi sarà serratissimo. Presiede l’assemblea il giudice delegato alla procedura Daniele Venier, uno dei tre magistrati del collegio del Tribunale civile presieduto dal giudice Arturo Picciotto (Riccardo Merluzzi è l’altro giudice a latere) che sta “pilotando” la gestione commissariale delle Coop. Il programma prevede le relazioni di Consoli e del commercialista di Udine Andrea Bonfini, nominato commissario giudiziale dal Tribunale quando a metà marzo ha ammesso il piano concordatario dello stesso Consoli e secondo il quale è invece ragionevole, per i soci prestatori, un rientro del 78,33%. Seguiranno gli interventi dei creditori. La seconda fase dell’adunanza sarà dedicata alle operazioni di voto. Ogni creditore dovrà apporre sulla scheda di voto ricevuta al momento della registrazione prima dell’ingresso una croce sul "sì", se intende approvare il piano concorsuale, o sul "no" se intende votare contrario. La legge fallimentare prevede in ogni caso che i creditori possano votare, come si diceva, anche in una fase successiva, entro 20 giorni. L’esito della votazione sarà pertanto reso noto il 28 maggio in Tribunale.

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