Il giornalista Condò: «La cabinovia a Trieste? Meglio il tram di Opicina»

Il noto giornalista e opinionista televisivo riflette sullo sviluppo turistico di Trieste: «Ormai siamo una meta ambita a livello internazionale. E in Porto vecchio vorrei locali e case vista mare»

P.t.
Il giornalista sportivo triestino Paolo Condò
Il giornalista sportivo triestino Paolo Condò

TRIESTE Si alla ripartenza del tram, no alla cabinovia. Rilanciare il Porto vecchio come area residenziale e dedicata al divertimento. E per risolvere il problema parcheggi potenziare i servizi di trasporto pubblico. È la “ricetta” per una città sempre più a misura di turista suggerita dal giornalista e triestino Doc Paolo Condò, firma di punta prima della Gazzetta dello Sport e poi di Repubblica, nonché noto opinionista su Sky. Il punto di vista di chi, vivendo da anni lontano dalla sua città, ha potuto constatare come la percezione di Trieste in Italia e all’estero non sia più la stessa.

il fenomeno
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Ormai si supera di slancio il milione di turisti annui. Se lo aspettava?

«Indubbiamente mi fa piacere. Chiaro che la bellezza di Trieste è la prima cosa che salta agli occhi, ma mentre fino a pochi anni fa l’impressione era che fosse vista come una tappa di passaggio per andare nell’ex Jugoslavia, adesso è diventata meta turistica ambita. Sempre più colleghi e amici mi dicono che vogliono andarci per almeno tre giorni e chiedono consigli. Chi ci è già stato mi dice immancabilmente: “Che città meravigliosa!”. E lo penso anch’io. Appena vedo la costiera, ascolto “Shape of my heart” di Sting: è il mio rito di pura bellezza quando torno a Trieste. Mi dispiace quando succede qualcosa che ne offusca l’immagine: ad esempio il caso delle coperte del clochard buttate dall’allora vicesindaco».

Cosa ha impresso il cambio di marcia?

«Il New York Times e altri media internazionali, oltre alle campagne di promozione in Italia, hanno inciso. Anche la Barcolana costituisce una grande vetrina. Poi c’è il passaparola. E c’è chi continua a tornarci come il mio amico Sandro Modeo del Corriere della Sera, innamorato in particolare del sentiero Rilke».

Maxi-tallero, cabinovia e Porto vecchio da rilanciare: cosa ne pensa?

«Il tallero di Maria Teresa non mi entusiasma, così come tutte le cose nostalgiche, anche se mi rendo conto che tanti triestini apprezzano le memorie austriache. Quanto alla cabinovia mi sembra un’idea quantomeno strana pensando che Trieste è la città della bora. E poi per andare dove? Invece mi piacerebbe molto che ripartisse il tram di Opicina, una meraviglia che offriva anche i turisti la possibilità di godere di un panorama unico. Il Porto vecchio ha un potenziale straordinario. Come rilanciarlo? Punterei su locali, ristoranti e appartamenti con una fantastica vista mare. Un misto tra divertimento e zona residenziale, in grado di attrarre investimenti».

Uno dei temi caldi legati al turismo è sempre la mancanza di parcheggi...

«Vivo da quasi 40 anni a Milano dove è impensabile girare in macchina e mi sono abituato ad andare a piedi e a usare il trasporto pubblico. Ben vengano i parcheggi in più, ma credo che la priorità sia potenziare i servizi pubblici in modo che la gente possa muoversi agevolmente».P.T.

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