Il giardino pubblico di Trieste rivive tra corsette e ping-pong
TRIESTE In zona rossa il giardino pubblico Muzio de Tommasini si scopre preziosa valvola di sfogo per i residenti, tra nonni a passeggio con i nipotini, baby-sitter che accudiscono i bimbi, sportivi che si allenano, tra jogging e arti marziali, persone a spasso con i cani e “giovanotti” in là con gli anni impegnati in tornei di ping pong. Altri invece si fermano in zona per dedicarsi alla lettura o, perché no, per rilassarsi al sole, sulle panchine. Il tutto, sì, nel rispetto dei distanziamenti e con la mascherina, ma con il desiderio di godersi almeno le prime giornate di sole primaverile all’aria aperta. Molti dei residenti della zona di via Giulia, una zona ad altissimo tasso abitativo, hanno così riscoperto quest’ampio angolo di natura, senza cemento, direttamente sotto casa, riassaporando l’importanza di un polmone verde in passato dimenticato e che ai tempi del Covid invece è diventato appunto un riferimento.
E così basta farsi un giro l’ dentro, come fatto dal Piccolo ieri, venerdì 19 marzo, per imbattersi in un consistente numero di frequentatori. C’è chi, come detto, si cimenta nella corsa, per tenersi in forma tra i vari sentieri, e chi, ben isolato da tutti, si dedica persino alle mosse di Muay Thai, sotto il grande porticato, nella parte alta del parco.
È il caso dello studente Alessandro Akira Baggetto: «La palestra è chiusa – racconta – quindi vengo qui per continuare a praticare questo sport che amo molto. Lo faccio spesso, compatibilmente con lo studio e gli esami alla Scuola interpreti, che frequento. Mi è comodo perché vivo poco lontano e poi è un luogo tranquillo, si sta bene, posso allenarmi senza problemi».
Lunghe camminate con i due amici a quattro zampe, invece, per Maria Cristina Zuccarello. «Sono titolare di una palestra, che si chiama come me, “Cristina”, in via Ginnastica, ormai da tempo chiusa come le altre – ricorda – quindi non mi resta che muovermi un po’ qui, nei vari spazi del giardino, che tra l’altro è vicino a casa. Dopo 30 anni di sport e insegnamento è l’unica alternativa che in questo momento ci consente di non stare fermi. Per fortuna. E vengo sempre insieme ai miei animali, ogni giorno. Uno dei due cani è vecchiotto, l’altro ha anche qualche acciacco, ma la passeggiata, pure a loro, è sempre molto gradita». E in effetti sono tanti i proprietari di “quadrupedi” che scelgono l’area verde di via Giulia per quattro passi e per far socializzare i loro amici al guinzaglio con altri cani. C’è poi chi cammina a passo spedito, con gli auricolari, e si ferma ogni tanto per qualche esercizio sul posto, spesso all’interno della pista di pattinaggio, un po’ defilata rispetto ai passaggi perdonali. Ginnastica e stretching sul posto, per poi ripartire, a volte anche con circuiti preparati ad hoc per le cosiddette “ripetute”.
Tra le siepi ecco i tavoli da ping pong fissi, in muratura. Qui ci si imbatte in un gruppo di amici affezionati, che si ritrova ogni giorno per partite singole o persino tornei. Sono tutti tra i 70 e gli 80 anni. «Anche questo è sport – dicono col sorriso – e poi siamo sempre distanziati e con la mascherina. Ci diamo il cambio, due alla volta, e giochiamo per ore. È un passatempo che coltiviamo ormai da tanto e che ci diverte. E poi queste giornate di sole invitano a uscire». Qualche coetaneo approfitta anche per osservare le avvincenti sfide in corso dalle sedute posizionate attorno.
Tra chi cammina su e giù prevalgono i nonni, con passeggini e carrozzine o con i nipoti al seguito, a piedi, in bici o sul monopattino. Qualcuno si ferma per una sosta sulle panchine, ma la maggior parte resta in movimento, in un continuo viavai. Anche il parco giochi è pieno, con papà e mamme intenti a dondolare i bimbi sulle altalene. C’è chi ha portato anche pattini, palloni o altre attrezzature. «Veniamo qui un’oretta dopo il pranzo quando si può», spiegano alcuni genitori: «Dopo la didattica a distanza, al mattino, i bambini sono stanchi e stufi, hanno bisogno di andare fuori, anche se per poco tempo. Come si fa a restare chiusi in casa? Stiamo sempre attenti, ma – ribadiscono – un po’ di libertà per i più piccoli è fondamentale, tanto più dopo mesi in cui corsi sportivi e altri momenti di ritrovo sono sospesi».
Ieri nel parco si potevano scorgere pure diverse baby-sitter. Molte famiglie infatti, considerando la chiusura delle scuole, devono fare i conti con il lavoro e spesso con l’impossibilità di coinvolgere i nonni: una situazione che richiede quindi un aiuto esterno. Panchine occupate un po’ ovunque, anche da persone ferme a chiacchierare o intente alla lettura, tra libri e giornali. Per mantenere la distanza richiesta c’è chi fa attenzione a sedersi agli estremi, indossando sempre e comunque la mascherina.
Girovagando tra le varie zone del giardino, non manca comunque la possibilità di trovare parecchi spazi dove poter restare lontani dagli altri frequentatori del parco, in tutta tranquillità. Come una piccola piazzetta con le sedie circolari, scelta ieri da alcuni anziani, in mattinata, per una pausa caffè, ordinato per asporto nei bar delle vie vicine. E qualcuno, complice il sole, ieri si è anche rilassato al calduccio, sperando in una prima tintarella di stagione.—
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