Il giallo del cadavere sulla Napoleonica
Giallo sulla Napoleonica. Un cadavere è stato rinvenuto in una buca a circa cinquanta metri dalla strada panoramica lungo un tratto boschivo non lontano dall’abitato di Prosecco. Secondo i primi accertamenti del medico legale Denny Fulliani, le ossa complete di teschio e i pochi brandelli di carne sarebbero appartenuti a una donna la cui morte potrebbe risalire a oltre tre mesi fa. I carabinieri ipotizzano che si tratti di una persona scomparsa. Ma, al momento, non hanno trovato alcun riscontro.
Gli stessi investigatori ipotizzano anche che le cause della morte siano dovute a una disgrazia e non ad un’azione violenta: la donna, che magari viveva da sola e non aveva parenti che potessero denunciarne la scomparsa, sarebbe vittima di una caduta accidentale. Il medico legale, dopo aver esaminato attentamente le ossa, non ha trovato segni evidenti di frattura. Nulla che possa far pensare che la causa del decesso sia un proiettile oppure un colpo sferrato con un sasso o un bastone. Le ossa sono intatte. Non hanno crepe. Sono soltanto lucide, un fatto ritenuto inconsueto, in considerazione della stagione ancora fredda.
L’allarme è scattato mercoledì pomeriggio attorno alle 18.30. Un escursionista che stava rientrando da una passeggiata ha visto un ammasso di abiti nella zona boschiva. Ha guardato con più attenzione e si è reso conto che quello era un cadavere: si vedevano, seppur da lontano, alcune ossa. L’escursionista ha immediatamente telefonato al 112. Dopo pochi minuti sono arrivati i militari della vicina stazione di Prosecco. In breve si sono attivati anche i vigili del fuoco di Opicina. Dopo l’ok del pm Antonio Miggiani, il magistrato di turno, il cadavere è stato portato sul sentiero a circa cinquanta metri.
Sul posto, naturalmente, è arrivato il medico legale: il corpo senza vita apparterebbe a una donna di cinquanta-sessant’anni. E la morte, sempre secondo le prime valutazioni, risalirebbe a circa due o tre mesi fa. La donna indossava abiti da casa: una gonna e un maglione. Aveva le scarpe ai piedi. E si era coperta con una giacca a vento. Ma il suo volto, a rendere ancor più complicata l’identificazione, era irriconoscibile.
Non solo. Gli investigatori hanno cercato a lungo nella zona setacciando metro per metro ma non hanno trovato né documenti né uno zaino, né una borsetta o effetti personali. Nulla.
Il corpo, almeno fino a ieri sera, è dunque rimasto senza nome. Senza identità. «L’avanzato stato di decomposizione - si legge in una nota dei carabinieri del comando provinciale - non consente, al momento, di poterne dichiarare con certezza l’identità. Si dovrà attendere l’esito dell’esame del Dna. Le prime verifiche inducono a ritenere plausibile un decesso accidentale probabilmente dovuto a una caduta dal dirupo».
Le indagini coordinate dal pm Miggiani non sono facili. Nelle prossime ore il magistrato disporrà tutti gli accertamenti tecnici per risalire con sufficiente attendibilità al periodo della morte. Non è escluso che, oltre al test del Dna, si ricorra a quello della datazione per mezzo di isotopi radioattivi. Potrebbe essere effettuata anche l’autopsia virtuale ovvero una particolare metodologia di indagine che, al caso, verrà effettuata con la collaborazione del radiologo Fabio Cavalli: si tratta, in pratica, di una Tac «post mortem» che consente di ricostruire con una sufficiente attendibilità l’ipotetico volto della vittima sulla base delle ossa del cranio. I tempi, è evidente, non saranno brevi anche perché la sofisticata apparecchiatura di Cattinara dovrà essere utilizzata “fuori orario”, quando non serve alla normale utenza.
Gli investigatori dei carabinieri, nel frattempo, continueranno ad esaminare le denunce di scomparsa degli ultimi tempi presentate sia alla polizia che all’Arma stessa. Per ora, però, resta il mistero.
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